Spesso i film sono utilizzati per riconoscere le caratteristiche dei Tipi. Io stessa li uso nel corso dedicato appunto alla Tipizzazione. Utilizzando i film per questo scopo è necessario tenere presente che possiamo vedere nei personaggi molti tratti caratteriali di un certo Tipo, ne possiamo estrapolare le caratteristiche per poterle ritrovare più velocemente anche nella realtà, ricordando tuttavia che ciò non li rende di quel Tipo. Ciò che vediamo è una verità relativa. A volte semplicemente perché spesso l’attore non corrisponde al Tipo del personaggio. E anche se lo corrisponde una cosa che ho notato lavorando in scuole di teatro è che rappresentare il proprio Tipo produce delle caricature imbarazzanti e finisce per sembrare altro oppure fa emergere che la vera recitazione è fuori dal film o dal teatro. Ci sono anche grandi attori che riescono a rendere vero qualsiasi personaggio. E ci sono caratteri letterari, per esempio quelli della Commedia dell’arte, che mettono in evidenza in modo molto chiaro e inconfondibile le caratteristiche principali dei Tipi. Ma in tutti casi, mai tutta la costellazione che ogni essere umano incarna in modo unico su 7 miliardi di simili.
Quindi il mio suggerimento è quello di utilizzare i film per studiare e comprendere, evitando di cercare corrispondenze con Tipi puri e averli come riferimento ufficiale per quel Tipo. Significa, per esempio, che se riconosciamo le caratteristiche di un Tipo in un personaggio e mia cugina assomiglia a quel personaggio allora vuol dire che mia cugina è di quel Tipo.
I fattori che portano ad affinare l’arte della tipizzazione sono diversi e nei fine settimana che dedico a questa pratica portiamo alla luce ed esploriamo i più importanti. Con il sostegno del gruppo affrontiamo i nostri pregiudizi e i preconcetti che abbiamo sui Tipi, perché certi ci piacciono e altri no e che cosa c’è dietro a questo sentire. Scopriamo perché idealizziamo certi aspetti di alcuni Tipi mentre altri li giudichiamo negativamente. Definiamo i punti chiave per affinare la capacità di scoprire i tratti dei Tipi, la modalità di osservazione dei diversi messaggi verbali e non verbali che riconosciamo. E impariamo a fare le domande giuste e a discriminare e distinguere i Tipi nelle somiglianze e differenze. È vero che i primi libri di Enneagramma hanno fondato parecchi stereotipi, ma da allora sono passati oltre 40 anni!
Un aspetto fondamentale che abbraccia qualsiasi tipo di lavoro su di sé si voglia fare con l’Enneagramma riguarda l’accuratezza delle informazioni. C’è una montagna di materiale totalmente sconclusionato che circola nella rete e fuori dalla rete e talvolta, soprattutto per chi si sta avvicinando all’Enneagramma, è difficile discriminare a quale affidarsi. Se vogliamo usare questo sistema per giocare, va bene tutto. Ma se vogliamo che sostenga un reale miglioramento del nostro mondo interiore e relazionale è necessario scegliere da cosa lasciarci influenzare. Andreste a farvi operare a un ginocchio da un dentista o da uno che ha fatto un corso di 2 giorni sul ginocchio o che ha letto un libro sul ginocchio? Non credo. Credo che invece vogliate andare da chi ha la qualifica per operare, ancora meglio se è uno specialista del ginocchio, qualcuno che sa come è fatto perché l’ha studiato e ne ha esperienza. I più attenti leggono persino il curriculum dell’eventuale chirurgo e magari verificano che non abbia fatto l’ultima operazione o l’ultimo corso di aggiornamento 10 anni fa.
Lavorare con l’Enneagramma è un po’ come essere chirurghi, ed è bene che dopo avere esposto le parti più interne si sia anche in grado di ricucire senza lasciare cicatrici gigantesche. È inoltre buona pratica professionale seguire regolari aggiornamenti, sapere che se ci sono delle novità fondamentali nel settore, continuare a studiare e a mettere in pratica su di sé.
Faccio alcuni esempi molto semplici e riconoscibili. Nei primi anni Ottanta Claudio Naranjo durante un gruppo di studio ha ipotizzato che le frecce potessero rappresentare una direzione di tensione e una di sicurezza e che come conseguenza dell’imbarcarsi in tali direzioni i Tipi potessero essere integrati o disintegrati. Pochissimi anni dopo ha smentito questa teoria perché si è reso conto che non funziona e che era semplicemente parte di una ricerca non completa. Tuttavia uno dei partecipanti al gruppo di studio, padre Robert Ocs, ne ha parlato all’Università di Loyola e da lì l’informazione è stata divulgata e pubblicata nel 1988. Ancora oggi, 30 anni dopo, questi termini sono utilizzati regolarmente e questa ipotesi di teoria poi smentita è da molti applicata senza metterla in discussione o verificarla nella propria vita. E non in modo indolore perché crea un’enorme confusione. Tutto questo solo perché Naranjo è stato male interpretato nel condividere la sua ricerca e preso alla lettera in tutto ciò che diceva. Questo è solo un esempio di un fenomeno che accade costantemente. Mi auguro di avere chiarito nel mio libro, seppur in breve, che possiamo incarnare le caratteristiche elevate e inferiori dei punti con cui siamo connessi in tutte le direzioni e che quali aspetti incarniamo dipende dal Livello di Sviluppo in cui viviamo in un determinato momento della nostra vita nel nostro Tipo.
Altre enormi e frequenti esempi di passaggio di informazioni imprecise riguarda la confusione tra le caratteristiche del Tipo Quattro e quelle dell’Istinto Sessuale/Attrazione, oppure quella circa la complessità emotiva del Tipo Sei spesso superficialmente riconosciuto come il Tipo Quattro o come Tipo Otto, oppure circa l’aspetto attivista del Tipo Due mal interpretato come sociale o come tipo di azione.
Voglio anche far notare che cercare di comprendere o identificare un Tipo osservandolo solo nelle sue caratteristiche disfunzionali porta false conclusioni, e questo perché qualsiasi Tipo ha comportamenti difficili quando è a Livello basso. Se non abbiamo la completa prospettiva e comprensione del Tipo – emotiva, istintiva, mentale – e se utilizziamo solo la testa per riconoscerne le qualità, finiamo per fare associazioni lineari molto semplicistiche che non hanno alcuna corrispondenza con la realtà. Per esempio sovente si sente affermare erroneamente che se una persona si arrabbia facilmente allora è un Tipo Otto, quando forse è solo molto molto stanca. Oppure che se una persona mi vuole spesso aiutare allora è un Tipo Due, quando forse semplicemente mi vuole molto bene. Per lavorare con l’Enneagramma in modo non semplicistico è necessario chiedersi il perché di quell’aiuto o di quella rabbia e la motivazione di tale disponibilità o la relazione interiore con tale rabbia, non fermarsi al comportamento.
Per usare l’Enneagramma in modo dignitoso è necessario imparare le qualità fondamentali dei Tipi e il loro funzionamento in modo chiaro. Per questo nel mio lavoro valorizzo tantissimo le origini e l’apporto enorme dei primi ricercatori e di tutti gli insegnanti con cui ho avuto l’onore di studiare e praticare. Credo profondamente che se si vuole insegnare qualcosa è necessario padroneggiare sufficientemente bene la materia, questo vale per qualsiasi materia. Molto semplicemente per essere professionisti di qualsiasi ambito, per conoscere qualcosa o esserne esperti non ci sono scorciatoie né sconti.
È anche vero che sono esistiti maestri, esseri realizzati che avevano una conoscenza totale della realtà senza avere seguito corsi di studio convenzionali. Lo stesso Abdullah Fa’izi ad-Daghestani che ha ricevuto la visita di Gurdjieff era illetterato. Esseri a un altro livello.
E annuncio che ho invitato in Italia per l’anno prossimo uno dei maggiori esponenti mondiali di Enneagramma, Tom Condon, che combina l’Enneagramma con l’ipnosi Ericksoniana e la PNL. Approfondirò i contenuti di questo evento i prossimi mesi.
Buon settembre.
Maura Amelia Bonanno