Uno degli aspetti che mi ha maggiormente attratto nell’Enneagramma è la possibilità di riconoscersi la responsabilità di tutto ciò si pensa, si prova e si sente. Una possibilità analoga a quella incontrata nel Movimento somatico, in cui il processo di scoperta è attribuibile solo a se stessi. Il miracoloso paradosso di entrambi questi approcci è che più definite sono l’appropriazione dell’esperienza e l’individuazione, più accessibili e trasparenti sono spazi di armonia, libertà e unità.
Praticamente significa essere pronti per un taglio netto al sostegno dell’identificazione con la storia personale, del biasimo, del senso di colpa e dei meccanismi connessi, tanto cari all’orgoglio della società occidentale. Significa vedere con chiarezza che l’esperienza interiore dipende solo da se stessi, non è conseguenza di particolari vissuti infantili, o di speciali rapporti familiari, o di specifici traumi o eventi e circostanze del passato, del presente o del futuro. Libera sia i genitori, sia i figli, da inutili, limitanti e sfinenti imputabilità, lasciando spazio alla chiarezza di sani confini e al rispetto dei ruoli.
Certamente l’educazione, la cultura, l’ambiente dei primi anni plasmano il modo in cui si agiscono gli schemi interiori. Ma sia l’Enneagramma, sia il Movimento somatico superano questi parametri e puntano dritto al nucleo che motiva, che definisce l’origine e la direzione del muoversi nel mondo. Sono possibilità di imparare a vedere a raggi X il bisogno profondo sotto al bisogno inconsistente della macchina.
Gli schemi mentali, emotivi e istintivi così come le risorse rispecchiate dall’Enneagramma, sono indipendenti dalle condizioni di vita. Interconnessi con l’ambiente e gli eventi, ma non da essi prodotti. È la sensibilità per determinati aspetti dell’esperienza a influenzare l’interpretazione delle situazioni e il conseguente ambiente emotivo connesso. Se la mia anima è sensibile alla bellezza sarò tesa a cercarla ovunque, il mio essere la vedrà dappertutto e il mio sguardo soggettivo noterà la sua assenza. La mia macchina interpreterà la sua illusoria assenza come abbandono, prescindendo dalla realtà.
Un altro aspetto che mi attrae, connesso al precedente, è il trattare l’adesso, il portare attenzione a ciò che sta accadendo in questo momento. Entrambi, Enneagramma e Movimento somatico, operano in un luogo che non lascia spazio all’ansia per il futuro e ai rimorsi per il passato. Rivelare e portare coscienza ai propri schemi mentali, emotivi e istintivi illumina le trappole interpretative e immaginative che ingabbiano e limitano oggi. Il funzionamento della propria macchina in questo momento è l’unico interesse, perché è la stessa macchina che ha costruito la storia personale e che fabbrica supposizioni riguardo al futuro. Contattare le risorse disponibili in questo momento è l’unico interesse perché è il solo momento in cui si può decidere o scegliere da che parte andare e come. Ora si può essere disponibili a cambiare idea, permettere alle tensioni nel corpo di lasciare spazio a un movimento diverso. Se il sentimento di abbandono che governa la mia esperienza dipende solo da una distorsione cognitiva, da una fissazione, la decisione di ampliare lo sguardo e scegliere tra diverse e nuove possibilità è solo mia. Solo io posso essere disponibile e permettere agli schemi somatici interiori di riorganizzarsi in un luogo in cui tutte le dimensioni dell’esperienza sono coinvolte e il sentimento di abbandono è assente.
Un terzo aspetto che mi attrae è considerare gli eventi parte di un disegno evolutivo. Significa che non ci sono problemi da risolvere, ne resistenze tanto cari alla psicoterapia e alla New age, bensì inviti alla chiarezza della potenzialità nella situazione che la macchina percepisce come limitante o sgradevole o difficile. Possibilità di comprensione della direzione di liberazione su cui incamminarsi, di coscienza delle risorse e di onestà di intenti. Questo è ben diverso dal negare l’esistenza di ostacoli o di dolore. È svelare il meccanismo che trasforma un inevitabile dolore della vita in sofferenza auto-inflitta, che fa rimanere incatenati alla sofferenza proprio per non affrontare il dolore.
La direzione che entrambi Enneagramma e Movimento somatico ci indicano richiede uno sforzo di cambio di attenzione e una decisione di rinnovamento, la cui necessità questi tempi a mio avviso stanno sempre più evidenziando. Negli ultimi 50 anni, dal sorgere del movimento del potenziale umano e della New age c’è stata un’ossessione per il benessere a tutti i costi, per il sentirsi bene, per la gioia e la pace interiori, per l’armonia con se stessi e con l’universo come perfezione da raggiungere risolvendo traumi e stati interiori considerati come problemi e resistenze. Sono letteralmente esplose migliaia di tecniche, metodi e scuole per guarire i traumi e i blocchi entrandoci dentro con la convinzione che è necessario comprendere l’origine di un problema per risolverlo. L’Enneagramma di Ichazo e il Movimento somatico stessi nascono con questa attitudine. È obbligatorio sentirsi bene ed essere sani e i nuovi guru pandemici esistono per aiutarvi a risolvere e a realizzare il sogno di essere sani e felici.
Avendo letteralmente fatto il bagno nel mondo olistico per 40 anni, mi sento di affermare con cognizione di causa che questa modalità di utilizzo dei sistemi di conoscenza ha fatto il suo tempo. Stiamo assistendo alla coda finale di un’epoca che è stata fondamentale, quella del portare a galla i traumi, ma che secondo me ha terminato il suo scopo e il suo servizio all’umanità.
Una coda finale in cui si rischia di rimanere intrappolati tra l’abituale voler e dover comprendere l’origine del problema, scontare una pena o guarire da un peccato, prima di poter proseguire con la vita e la spinta interiore ad ascoltare urgentemente il proprio profondo desiderio sostituita dalla soddisfazione della macchina. Ingabbiati nell’illusione del merito, assieme a un passato sbagliato da biasimare e un futuro che ci spetta da immaginare.
L’Enneagramma di oggi, il corpo e il Movimento somatico oggi, per me sono un luogo in cui passato e futuro sono solo concetti e al contempo sono potentemente tangibili e si incontrano in uno spazio interiore e collettivo molto definito, chiaro e vivo. Un luogo in cui convivono un passato che è stato trasformato e un futuro forse ancora un po’ offuscato, ma i cui colori sono già visibili.
Maura Amelia Bonanno