In particolare nei momenti come questo di passaggio da un anno a un altro, la mente del corpo ricorda che la transizione non è un tempo neutrale, piuttosto è un collegamento di grande importanza. E non tra prima e dopo come appare a un’interpretazione lineare ordinaria, bensì tra dentro e fuori, tra movimento e quiete.
La preparazione di qualsiasi movimento – interiore o nello spazio – è proprio nella transizione. La coscienza delle transizioni evidenzia la continua ciclicità delle esperienze, invece di un procedere interrotto, di un andare venire, di un prima e dopo. È la paura che sorge dall’immaginare cosa potrebbe accadere in futuro a creare separazione e impedire di riconoscere la continuità delle esperienze.
L’attenzione alle transizioni rende più connessi e più presenti. Come accadono le transizioni nella mia vita? Come sostengo e ho cura della connessione tra dentro e fuori? Come vivo l’esperienza della quiete nel movimento e del movimento nella quiete?
Possiamo cambiare la nostra mente? Possiamo cambiare la nostra chimica? Possiamo trasformare la nostra storia cambiando il nostro corpo?
Tante strade sono possibili. Una è quella di portare attenzione a come transitiamo tra le esperienze, tra diversi stati di coscienza, tra i diversi stadi di consapevolezza. Senza alterare nulla, senza accelerare, spingere, frenare, amplificare, ridurre.
Cosa cambia quando si sposta intenzionalmente l’attenzione? Cambiare attenzione è un atto motorio che permette di ricevere nuove informazioni. Cambiare attenzione agisce nella coscienza, nelle qualità interiori di movimento o di quiete e nella relazione tra loro.
Spesso pensiamo che il mondo sensoriale sia distinto dal mondo motorio, ma i cambi di coscienza sono atti motori e sensoriali al contempo. Specificatamente accadono nell’attenzione motoria pre-sensoriale. Proprio come un animale che drizza le orecchie per sentire, ma noi umani provvisti di coscienza possiamo allenare la presenza in quei secondi di transizione che precedono l’agire.
Anche ciò che sul calendario è scritto come fine 2023 e inizio 2024 è parte di una continuità in cui non sappiamo verso cosa ci muoviamo, ma possiamo lasciarci sorprendere dal movimento. Seguire il sorgere e la direzione del movimento e assecondarlo fino a una sorta di rimbalzo, di punto di non ritorno da cui sorge un nuovo ciclo, che include il precedente.
Auguri di buon 2024 a tutte le creature. Che il nostro pensare coinvolga tutto il nostro essere.
Maura Amelia Bonanno