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Enneagramma e Movimento Somatico – Essere nel corpo non è quello che pensi

L’insegnamento originale dell’Enneagramma di Ichazo sottolineava che l’ego-tipo non è solo una caratteristica psicologica, ma è radicata negli organi, ossa, muscoli, sistema neurologico e ghiandole endocrine che costituiscono la nostra anatomia. Non a caso anche G.I.Gurdjieff affermava che “Ciò che non possiamo trovare nel corpo non possiamo trovarlo da nessuna parte”.

Quindi qualche anno fa li ho presi alla lettera e ho iniziato a studiare anatomia, un po’ di fisiologia ed embriologia. A portarmi in questa direzione c’è anche il fatto che ho iniziato a danzare a 5 anni e da allora ho conosciuto e sperimentato numerosi approcci somatici e di esplorazione del movimento. Quando l’Enneagramma ha iniziato a essermi un po’ più familiare, dopo qualche anno di applicazione, ho cominciato a notare la connessione tra gli schemi e le qualità del movimento e gli aspetti descritti dai nove punti, dai centri di intelligenza e dagli istinti. La mia attenzione si è spostata verso il modo in cui è possibile ritrovare nella memoria del nostro corpo ciò che cerchiamo di comprendere grazie alla ricchezza descrittiva dell’Enneagramma.

Rientrano nel campo della somatica quelle discipline che si basano sulla capacità di ciascun essere umano di percepire le proprie sensazioni corporee ed esperire il corpo dal suo interno, diventandone consapevole. Inoltre, considerando che il corpo e la mente sono inseparabili, i movimenti del corpo nello spazio, i movimenti degli arti e l’interazione con il gruppo riflettono la personalità e lo stato emotivo. Il movimento somatico applicato all’Enneagramma che propongo è un approccio integrato che permette di praticare il ricordo di sé partendo dalla memoria storica del Centro di intelligenza istintivo. Aiuta a imparare l’alfabeto del nostro corpo, a comprendere il modo in cui la mente e l’emozione sono espressi attraverso il movimento interiore ed esteriore, a scoprire come pensieri ed emozioni prima di essere ordinati in parole sono sentiti come immagini, sensazioni e direzioni nello spazio, a esplorare come le caratteristiche descritte dai centri e dai punti dell’Enneagramma sono radicati in noi e si manifestano nella nostra personale esperienza somatica.

L’idea di base che ho tratto dalla formazione in Body-mind Centering è che lo sviluppo embrionale, fetale e del movimento dal concepimento fino al primo anno di vita è uno sviluppo  di modelli che ci influenzano tutta la vita, modelli cui è possibile accedere attraverso il movimento consapevole, l’anatomia esperienziale, il tocco e il suono. La natura forma modelli e anche noi, come parte della natura, formiamo modelli e la coscienza delle nostre cellule nello spazio che esse abitano continua a informarci nel corso di tutta la vita. Da questa prospettiva, il corpo è l’origine di tutte le rivelazioni che sono necessarie per la comprensione di ogni livello del nostro essere. Le nostre posture, i gesti e gli atteggiamenti che sono sempre gli stessi, sono i nostri e ci determinano. Sono ciò che siamo, anche se in effetti un’identità immaginaria nello specchio distorto della nostra mente.

Esistono schemi di movimento interiore che sono alla base di ogni interazione e diversi Tipi e istinti hanno relazioni diverse con questi schemi: la relazione con la gravità, con il centro e la periferia del corpo, con la forma e il flusso, il fuori e il dentro, la compressione e l’espansione. L’osservazione diretta degli schemi di movimento ci dà la possibilità di avere riferimenti nel corpo che sostengono, arricchiscono e rendono più semplice e più coerente la nostra indagine introspettiva.

Sempre non a caso, uno degli esercizi fondamentali del Lavoro è secondo Gurdjieff quello di “sentire”, esercitare i sensi. I sensi si sviluppano con l’uso e possiamo sentire qualcosa solo se ne abbiamo una precedente esperienza cui siamo in grado di riferirci. Più importante è stata la precedente esperienza sensoriale, più riconosciamo quella nuova, quindi ciò cui diamo importanza influenza ciò che siamo in grado di rilevare. L’importanza è data dalle percezioni, le interpretazioni basate su esperienze passate che quindi possono limitare l’esperienza sensoriale nel presente. Siamo capaci di rilevare gli stimoli che nascono all’interno del corpo, di conoscere la distanza e la relazione tra le parti del corpo, la posizione, il movimento e l’equilibrio grazie alla cosiddetta propriocezione, un’organizzazione di ricettori che inviano informazioni al sistema nervoso. Anche la propriocezione è allenabile e sostiene la cenestesia, o somatognosi, che ci dà il senso di abitare il nostro corpo.

Con questo approccio il corpo è sia in indicatore del livello di presenza – mi indica “dove sono” –  sia un veicolo per sviluppare presenza con un atteggiamento orientato alla soluzione. Essere nel corpo è sostegno, agio, energia disponibile, risposta emotiva adeguata e intuizione. Porta un profondo cambiamento nel nostro senso di noi stessi, nella scelta delle nostre azioni, nell’espressione e comunicazione con gli altri. Per essere nel corpo è necessario a un certo punto smettere di fare e pensare e rimanere disponibili al movimento per scoprire la ricchezza di informazioni che esso racchiude.

Maura Amelia Bonanno

 

C’è una vitalità, una forza vitale, una accelerazione che si manifesta attraverso di te in azione. C’è solo un te in tutti i tempi e questa espressione è unica. Se la blocchi non potrà mai esistere attraverso un qualsiasi altro mezzo e sarà persa. Il mondo non la avrà. Non è il tuo impegno a determinare quanto è buona, né il confrontarla con altre espressioni. E’ il tuo impegno a renderla chiaramente e direttamente tua e a mantenere il canale aperto. Non hai neanche bisogno di credere in te stesso o nel tuo lavoro. Devi restare aperto e direttamente consapevole delle passioni che ti motivano . Mantieni il canale aperto.

– Martha Graham –