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Newsletter settembre 2020

Nella scorsa newsletter ho accennato a quattro degli elementi centrali della mappa integrale di Ken Wilber. Questa è dedicata al quinto, un poco più complesso degli altri, tuttavia illuminante e molto pratico una volta che si è compreso la logica che lo sostiene insieme agli altri.

Il modello integrale sarebbe semplicemente un ammasso se non suggerisse il modo in cui tutte le varie componenti sono correlate e come si adattano in modo coerente. Una cosa è semplicemente mettere insieme i pezzi dell’indagine interculturale solo perché sono tutti importanti e un’altra è individuare gli schemi che effettivamente li collegano. La scoperta dei modelli profondi che li connettono è un risultato importante dell’approccio integrale.

Secondo Wilber ogni livello della Grande Catena o Campo dell’Essere è differenziato in almeno 4 dimensioni che ha sistematizzato nei Quattro Quadranti.
Mentre confrontava ed evidenziava le similitudini e le differenze di tutti i sistemi attualmente disponibili ha notato che senza eccezioni essi possono essere inseriti in quattro insiemi generali che rappresentano l’interiorità, l’esteriorità e la collettività.

Ma andiamo per gradi.
Tutte le lingue principali dell’essere umano hanno pronomi per la prima, la seconda e la terza persona. La prima persona è quella che sta parlando e include i pronomi io, me, mio ​​al singolare e noi, noi, nostro al plurale. La seconda persona è quella con cui si parla e include i pronomi tu, te, tuoi. La terza persona è quella o ciò di cui si parla e include lui, lei, essa, esso, sua, loro.
È possibile semplificare la prima, la seconda e la terza persona come “io”, “noi” ed “esso”.
Ogni evento nel mondo manifesto ha tutte e tre queste dimensioni. Possiamo osservare qualsiasi situazione dal punto di vista dell’”io” quindi come personalmente vedo e sento l’evento, dal punto di vista del “noi” quindi come non solo io, ma anche altri vedono l’evento come me, e come un “esso” quindi come fatti oggettivi dell’evento.
Pertanto un percorso integralmente informato prende in considerazione tutte queste dimensioni per avere un approccio completo ed efficace nella cultura e nella natura.

Proviamo a entrarci dentro in modo più dettagliato.
I Quattro Quadranti illustrano la realtà soggettiva o intenzionale, quella oggettiva o comportamentale, quella inter-soggettiva o culturale e quella inter-oggettiva o sociale. Ognuna di queste ha una propria indipendente validità e ha forme equamente onorate di verità nel campo della scienza, della morale e dell’estetica.

Nel primo diagramma sottostante che raffigura i Quattro Quadranti la parte superiore è l’individuale, quella inferiore è il collettivo, la parte sinistra è l’interiorità e quella destra è l’esteriorità.
Il quadrante in alto a sinistra rappresenta l’interiorità dell’individuo, l’aspetto soggettivo della coscienza, o la consapevolezza individuale dal Big Bang alla logica. Include l’intero spettro della coscienza come appare in ogni individuo, dalle sensazioni fisiche, alle idee, allo spirito. La lingua di questo quadrante è ”io”, la realtà della prima persona singolare. Questo è anche il dominio dell’estetica e della bellezza che è nell’io dell’osservatore.
Il quadrante in alto a destra rappresenta l’oggettivo o esteriore correlato con tali stati di coscienza interiori. La lingua di questo quadrante è ”esso”, la realtà della terza persona singolare, dei fatti scientifici che riguardano gli organismi individuali.
Ovviamente questi due quadranti sono strettamente correlati. Per esempio semplificando proviamo emozioni perché abbiamo un sistema limbico, abbiamo impulsi perché abbiamo un cervello rettile e produciamo pensieri perché esiste una neocorteccia.
Ma gli individui non esistono da soli, sono sempre parte del mondo, di una collettività anch’essa con un interno e un esterno.
Il quadrante in basso a sinistra rappresenta l’interiorità della collettività, i valori, i significati, la visione del mondo e l’etica condivisa dai gruppi di individui. È la cultura in cui si vive. Implica una mutua comprensione di ciò che è buono ed equo e di ciò che permette di andare d’accordo. La lingua di questo quadrante è “noi”, la seconda persona plurale.
Così come la coscienza individuale è ancorata all’esistenza di una materia e di forme oggettive come il cervello, ugualmente tutte le componenti culturali sono ancorate a forme istituzionali.
Il quadrante in basso a destra è il sistema sociale che include per esempio le istituzioni, le forme geopolitiche e gli apparati di produzione. La lingua di questo quadrante è “esso”, la stessa dell’oggettivo individuale.

Per fare degli esempi, nel quadrante in alto a sinistra, l’interno dell’individuo, troviamo i nostri immediati pensieri, sentimenti, sensazioni e così via, tutti descritti in prima persona. Quando invece guardiamo il nostro essere individuale dall’esterno, nei termini non della consapevolezza soggettiva, ma della scienza, troviamo neurotrasmettitori, sistemi cerebrali, strutture molecolari complesse, cellule, sistemi di organi, DNA e così via, tutto descritto in termini oggettivi in ​​terza persona. Il quadrante in alto a destra è quindi l’aspetto di qualsiasi evento osservato dall’esterno. Ciò include in particolare il suo comportamento fisico, le componenti materiali, la sua materia ed energia, il suo corpo concreto, poiché tutti questi sono elementi a cui si può fare riferimento in una sorta di modo oggettivo, in terza persona o “esso”.
Secondo l’approccio integrale entrambe sono giuste e reali. Sono due visioni diverse della stessa cosa. I problemi iniziano quando si tenta di negare o ignorare una di queste due prospettive.

Inoltre possiamo notare che ogni “io” è in relazione con gli altri io, il che significa che ogni “io” è un membro di numerosi noi. Questi “noi” rappresentano non solo la coscienza individuale, ma anche quella di gruppo o collettiva, non solo la consapevolezza soggettiva, ma anche quella intersoggettiva. Questa è indicata nel quadrante inferiore sinistro, è la dimensione culturale o la consapevolezza interna del gruppo, la visione del mondo, i valori e i sentimenti condivisi.
Allo stesso modo, ogni “noi” ha un esterno, la dimensione sociale o le forme esteriori e i comportamenti del gruppo, studiati dalla scienza in terza persona, come per esempio la teoria dei sistemi, che è rappresentata nel quadrante in baso a destra.

L’approccio integrale vuole una comprensione totale che considera tutti i punti di osservazione ed esperienza. Se pensiamo ad esempio all’evoluzione della coscienza, implica nell’interiorità lo sviluppo della consapevolezza e nell’esteriorità l’aumento della complessità della materia con nuove connessioni neurali e questo modifica inevitabilmente la cultura e i sistemi sociali.
I quadranti sono quindi semplicemente l’interno e l’esterno dell’individuo e del collettivo e tutti e quattro devono essere inclusi se vogliamo essere il più integrali possibile. Se lasciamo fuori la scienza, o lasciamo fuori l’arte, o lasciamo fuori la morale, qualcosa manca o qualcosa è infranto. Il sé, la cultura e la natura si liberano insieme o non si liberano affatto. Queste dimensioni di io, noi ed esso sono così fondamentali che Wilber le ritiene un fondamento del Modello Integrale o IOS.

Siccome i quadranti a destra rappresentano entrambi di fenomeni oggettivi possono essere trattati come un area generale, arrivando a riassumere i Quattro Quadranti come “Il Grande Tre” composto dall’estetica dell’”Io”, dalla morale del “Noi” e dalla scienza dell’”Esso”. Lo possiamo vedere raffigurato nella seconda immagine sottostante.
La terza persona si riferisce alla verità oggettiva che è studiata dalla scienza. La seconda persona si riferisce alla bontà, o ai modi in cui noi ci trattiamo a vicenda, se lo facciamo con decenza, onestà e rispetto, in altre parole il senso morale fondamentale. E la prima persona ha a che fare con il sé e l’autoespressione, l’arte e l’estetica e la bellezza che è negli occhi di chi guarda.
Il Buono, il Vero e il Bello sono semplicemente variazioni sui pronomi di prima, seconda e terza persona che si trovano in tutte le lingue principali e si trovano in tutte le lingue principali perché Verità, Bontà e Bellezza sono dimensioni della realtà a cui la lingua si è adattata.

La modernità ha sempre maggiormente differenziato questi tre domini che un tempo erano fusi e inscindibili e tale differenziazione ha permesso a ognuno di essi di riconoscersi una propria dignità e un proprio percorso. Grazie a questa differenziazione ogni dominio ha potuto fare grandi scoperte e raggiungere livelli di sviluppo molto elevati.
Wilber tuttavia giustamente evidenzia che nel tempo la differenziazione è diventata dissociazione e che la sfera della scienza ha oggi preso il sopravvento sulle altre fino a non lasciare loro neppure la dignità di avere una propria realtà al di fuori di essa. Tutto è diventato solo osservazione esteriore.
Il compito della visione integrale è quello di riconoscere e applicare al contempo la forza delle epoche pre-moderne e della nostra epoca odierna. Onorare che la Grande Catena o Campo dell’Essere della Filosofia Perenne pur non differenziando i domini aveva la visione del potenziale umano e che la modernità ha permesso scoperte meravigliose.
La visione di Wilber onora sia la spiritualità antica sia la caratterizzazione della modernità. I Quattro Quadranti integrano il Campo dell’Essere e la differenziazione, contrassegnando tutti i Livelli della Filosofia Perenne.
Questo è ciò che l’acronimo AQAL (All Quadrante All Levels-Tutti i Quadranti Tutti i Livelli) vuole indicare.

Il mese scorso abbiamo detto che tutti e 5 i componenti del Modello Integrale sono elementi sempre disponibili alla consapevolezza in ogni momento, e questo vale anche per i quadranti. Le linee di sviluppo, gli stati e i tipi accadono in tutti i quadranti e possono spostarsi attraverso i livelli.
Tutti e quattro i quadranti descrivono crescita, sviluppo o evoluzione. Mostrano tutti gli stadi o livelli di sviluppo, non come pioli rigidi in una scala, ma come onde fluide in dispiegamento continuo. Questo accade ovunque nel mondo naturale e ugualmente agli esseri umani. Nel terzo diagramma sottostante è indicato per esempio che nell’interiorità il sé si sviluppa dal corpo, alla mente allo spirito. In alto a destra l’energia corporea si espande fenomenologicamente da grossolana a sottile a causale. In basso a sinistra il “noi” si espande da egocentrico a etnocentrico a mondocentrico. Questa espansione della consapevolezza di gruppo consente ai sistemi sociali in basso a destra di espandersi da gruppi semplici a sistemi più complessi come le nazioni e alla fine anche a sistemi globali.

Nel modello integrale è evidente che esistono schemi olistici dell’essere e della coscienza, ognuno dei quali è un olone, un intero che è parte di altri interi. Ed esistono onde perché questi livelli non sono rigidamente separati e isolati, ma come i colori dell’arcobaleno sfumano uno nell’altro. Gli schemi di base sono come i colori di base dell’arcobaleno e nelle onde scorrono i tanti diversi ruscelli nel grande fiume della vita.
Le strutture, gli schemi olistici, sono parte sia dei Livelli di sviluppo sia delle linee di sviluppo.
Plotino stesso come filosofo della Filosofia Perenne ha chiarito che gli schemi e le onde fondamentali non hanno un senso di sé, sono onde dell’essere disponibili al sé nel suo sviluppo verso il suo potenziale più alto.

Nel mio lavoro integro il corpo di conoscenza dell’Enneagramma e l’esperienza somatica con questo approccio. L’Enneagramma nella sua manifestazione originaria è già di per se un esempio di approccio integrale. Ricordiamo che Gurdjieff lo aveva definito il simbolo che descrive tutti i processi dell’universo. Lui non si era occupato dell’approfondimento teorico e dei dettagli, ma il suo messaggio circa la potenza della mappa era chiaro.
Nel 2014 ho presentato alla prima Integral European Conference a Budapest una possibile sinergia teorica delle mappe e applicazione pratica. È una ricerca che mi appassiona, che continua, che svela sempre nuove sfumature e che so essere senza fine. Complessa, affascinante e magica come la nostra vita su questo pianeta.

Il prossimo mese concluderò questa trilogia dedicata all’Approccio Integrale con le Dinamiche a Spirale, un modello di livelli di consapevolezza e sviluppo bio-psicosociale basato sul lavoro originale di Clare W. Graves negli anni ’50 e raffinato in anni recenti da Don Beck che ho avuto la fortuna di incontrare ed ascoltare.

Che l’ingresso nell’autunno sia sereno.

Maura Amelia Bonanno