Frequentemente in questi ultimi 3 anni mi interrogo riguardo al ruolo delle professioni di aiuto in questa epoca di fine civiltà. Mi chiedo quale ruolo hanno oggi lo studio, la ricerca, la conoscenza in tempi in cui il caos rende visibile all’occhio comune solo i germi di una nuova direzione poco allettante.
Perché proporre di accompagnare nella conoscenza di sé – nel mio caso con l’Enneagramma, la coscienza corporea, gli anni di esperienza – o essere disponibili a sostenere un equilibrio interiore, quando questi valori sembrano essere irrimediabilmente distrutti.
Che sia chiaro, nelle mie riflessioni il dubbio è assente e sono invece presenti la curiosità e l’interesse a scoprire nuovi aspetti della vita, delle relazioni, del senso di ciò che siamo e facciamo.
Chissà se sul finire dell’impero romano gli uomini e le donne della mia sorpassata mezza età si ponevano domande simili. Credo di si e credo come noi oggi anche in quel contesto c’era qualcuno che voleva vivere con coscienza.
Mi immagino alcuni tipi nove – allora come oggi – intontiti, rassegnati e spenti, persi nell’inerzia, vivere come automi spersonalizzati, impegnati nella ricerca di soluzioni magiche o di spiritualità farlocche per nutrire illusioni e altri intensamente vivi, stabili ed equilibrati, in grado di vivere lo spirito nella materia, capaci di mostrarsi e impegnarsi, coinvolti in relazioni profonde, abili nell’essere guida per gli altri e sorgente di soluzioni pratiche.
Mi immagino alcuni tipi sei – 1000 anni fa come oggi – persi nel senso di impotenza, nel panico, circondati da minacce, denigrare violentemente il diverso, ricercare un capro espiatorio da combattere o un’autorità cui abdicare, e altri affidabili, costanti e fedeli, con una maturata fiducia in se stessi e negli altri, capaci di cooperare, di creare sinergie e legami di solidarietà, di manifestare coraggio per decidere e agire per il bene comune.
Mi immagino alcuni tipi tre – allora come oggi – dipendenti dalla competizione per il successo e l’attenzione, disonesti, sfruttatori, opportunisti, immorali e senza principi, tessere intrighi e usare le persone come oggetti, e altri che voler essere veri e sinceri con se stessi e con il mondo, ispirati e generosi, riconoscere la preziosità delle proprie e altrui qualità, capaci di sostenere la manifestazione della radiosità di ciascun individuo.
Mi immagino alcuni tipi Uno – in quell’analogo periodo di disgregazione – intolleranti, inflessibili, ipocriti e bigotti, terrorizzati dalla perdita di controllo, ossessionati dalle malefatte degli altri, alla ricerca di peccatori da condannare, torturare, punire o eliminare, e altri con forti valori religiosi e morali, coscienziosi, moderati e imparziali, orientata ai valori e alla morale, ragionevoli, sensibile e tolleranti, accettare l’ambiguità ed essere giusti, equi e responsabili.
Mi immagino alcuni tipi Quattro – allora come oggi – vivere da alienati, sentirsi dei perdenti senza speranza, turbolenti, afflitti da qualsiasi cosa e incapaci di funzionare, colpevolizzare gli altri, rifiutare e odiare se stessi e il mondo, e altri ispirati e creativi, riflessivi e compassionevoli, profondi e appassionati, spiritosi e ironici con se stessi e con la vita, sensibili e intuitivi, capaci di insegnare al mondo a vedere la bellezza ovunque.
Mi immagino alcuni tipi Due – allora come oggi – vivere nell’egoismo, nella lamentela e nel doppio gioco, manipolare, ingannarsi riguardo alle proprie intenzioni, opprimere e sentirsi autorizzati a pretendere tutto con qualsiasi mezzo, e altri di buon cuore, caritatevoli, premurosi, attenti, amorevoli, generosi, altruisti, affettuosi e calorosi, capaci di empatia, di essere al servizio, di prendersi cura degli altri e di essere felici per chi è felice.
Mi immagino alcuni tipi Otto – tra gli uomini e le donne di allora come oggi – spietati, immorali e dittatoriali, predatori senza limiti che fanno le proprie leggi, credere che la ragione è del più forte e voler avere il controllo totale sugli altri a ogni costo, e altri misurati, magnanimi, clementi e pazienti, perseveranti e affidabili, appassionati e coraggiosi, capaci di rischiare e battersi per gli altri, disposti a mettersi in serio pericolo per realizzare il bene del mondo.
Mi immagino alcuni tipi Cinque – allora come oggi – vivere isolati dal resto del mondo, nascosti e reclusi, rifiutare e respingere gli altri, sentirsi alienati e senza difese in una vita senza senso, ossessionati da percezioni distorte e fantasie nere, e altri un po’ eccentrici, curiosi, profondi, lungimiranti e capaci di straordinaria acutezza sensoriale, intuitivi, perspicaci e visionari, partecipare nel mondo con scoperte pionieristiche e modi rivoluzionari di fare e percepire.
Mi immagino alcuni tipi Sette – allora come oggi – avidi e incapaci di fermarsi, ansiosi, impulsivi, infantili, capricciosi, sventati e instabili, vivere in eccessi autodistruttivi e agire in modo maniacale, isterico, corrotto e crudele, e altri intensamente riconoscenti alla vita, gioiosi ed estatici, visionari audaci orientati al futuro, entusiasti, appassionati, impegnati, pratici, prolifici, davvero liberi interiormente e capaci di vivere una vita sobria.
Ogni essere umano a qualsiasi livello di coscienza ha un ruolo fondamentale in questa epoca così affascinate. Vivere questa fase storica è un regalo. Accolgo la responsabilità e l’onore di esserne parte e del lavoro che svolgo. Continuo a credere che la conoscenza e la connessione tra le creature siano valori primari. Pratico equilibrio. Lascio che la disgregazione avvenga e ogni giorno mi chiedo cosa è davvero importante. Imparo ad avere occhi per vedere. A riconoscere la creatività nel caos, l’essenza nell’accidentale e la semplicità nella complessità.
Maura Amelia Bonanno