Se sei un ricercatore spirituale, forse hai sperimentato la vaga intuizione che la vita ordinaria non porta alcuna reale soddisfazione. La vita organica sulla Terra è un cerchio chiuso: nasciamo, maturiamo, moriamo. Qualcuno si riproduce. In questo regno la sopravvivenza propria e della specie è l’unico obiettivo. Per la grande maggioranza delle creature, una volta che si ha prodotto prole la maggior parte del potenziale ordinario è stato speso.
Ci sono, tuttavia, livelli superiori dell’Essere. Il cerchio chiuso della vita su questo pianeta può essere aperto in una spirale ascendente. Abbiamo dentro di noi il potenziale per un altro tipo di Vita.
Perché vorremmo impegnarci nel Lavoro? Semplicemente perché per un essere umano adulto è il passo successivo, la fase successiva nella nostra possibile evoluzione.
C’è chi si avvicina alla ricerca interiore con obiettivi prefissati, per risolvere problemi ordinari, per culto del benessere. Ciò è comprensibile, tuttavia queste motivazioni possono solo essere degli stimoli per iniziare, non lo scopo. Lo scopo non è diventare più funzionali nella società, per quello esistono già la psicoterapia, la psicanalisi e le discipline affini. Certamente conoscere se stessi e essere meno schiavi degli schemi interiori meccanici ci fa stare meglio, ma non nel senso ordinario e illusorio di benessere come generalmente inteso. Si sta meglio anche nella difficoltà e nel dolore perché cambia il senso di se stessi e della vita, cambia lo sguardo, la prospettiva e il modo in cui ci muoviamo nei problemi del mondo.
Il Lavoro di Gurdjieff è conosciuto come “lavoro interiore su sé stessi”, e lo è, ma è anche pensato per avere un impatto sul mondo. Il lavoro su di sé produce un nucleo interiore che mentre de-cristallizza gli schemi meccanici e scopre livelli più elevati di coscienza – quella che Gurdjieff chiamava Oggettiva – acquisisce una misura di Essere reale. Emana un’onda di energia. Un piccolo gruppo di esseri umani che lavorano in questo modo può quindi formare un nucleo che quando interagisce con il mondo ha un effetto sull’umanità che li circonda. Un’onda di influenza che si diffonde verso l’esterno come increspature in uno stagno. Il centro emana influenze superiori verso l’esterno, l’esterno restituisce materiale umano al centro per proseguire il lavoro interiore.
Spesso dimentichiamo che gli incontri di gruppo (ritiri, seminari, riunioni settimanali, ecc.) propongono esercizi e compiti che riguardano la preparazione alla trasformazione. Troppo spesso c’è un fraintendimento a riguardo. Credere che questi eventi siano magicamente risolutivi è una grande trappola che conduce a partecipare a corsi dopo corsi senza alcuna liberazione interiore.
Ciò che comunemente pensiamo come Lavoro era in realtà per Gurdjieff una serie di esperimenti. Gurdjieff aveva un approccio euristico, mettere alla prova se stesso e le altre persone, studiare la situazione per giungere a nuove comprensioni. Il Lavoro – per come io l’ho compreso – non sembra quello di meditare seduti a espandere la propria coscienza per il gusto di farlo. Non si limita a gruppi chiusi che fanno pratiche. Gurdjieff sosteneva tutti i tipi di ricerca, l’applicazione delle leggi cosmiche a tutti i campi della comprensione umana.
Oggi spesso il Lavoro, che sia quello indicato da Gurdjieff o qualsiasi lavoro su di sé serio, è sminuito, trattato come una questione di gusto personale oppure liquidato del tutto perché troppo difficile e inutile.
Prendere sul serio Gurdjieff significa prendere sul serio i principi che ha stabilito mentre si sperimenta attivamente per scoprire i migliori metodi pratici come meglio possiamo. In “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” è affermato che il Lavoro non assume una forma fissa, ma piuttosto la forma necessaria per ogni situazione. Accade invece che le la maggior parte delle persone tende a fissarsi su un modello o un altro a seconda della propria discendenza o insegnante. Le cose iniziano a calcificarsi e morire.
Gurdjieff ha chiamato “ricordo di sé” lo stato centrale di attenzione cosciente in cui la forza superiore disponibile all’interno della struttura umana entra in contatto con le funzioni di pensiero, sentimento e corpo. L’individuo “ricorda” chi e cosa è realmente e potrebbe essere, al di là del suo ordinario senso di identità. Questa attenzione cosciente non è una funzione della mente, ma è la forza cosciente attiva che tutte le nostre funzioni di pensiero, sentimento e movimento possono iniziare a considerare come “maestro interiore”.
In linea con la conoscenza alla base di molte tradizioni contemplative del mondo, la pratica dell’opera di Gurdjieff pone l’accento principale appunto proprio sulla preparazione del nostro mondo interiore a ricevere questa attenzione superiore, che può aprirci a un’energia di amore e comprensione inconcepibilmente più fine. Il mio maestro, Maulana Shaik Nazim Al-Haqqani, soleva ricordarci che il nostro lavoro è quello di preparare la pista di atteraggio per Dio.
Essere “presenti” nella vita quotidiana costituisce un aspetto importante dell’insegnamento di Gurdjieff, assieme a un pieno impegno nella pratica fondamentale di osservazione di sé. Secondo Gurdjieff, senza una relazione con questi aspetti che svelano la nostra parte più centrale e profonda, la vita quotidiana è destinata a essere una prigione esistenziale, in cui l’individuo è tenuto prigioniero, non tanto dalle forze della società contemporanea, quanto dalle parti del sé che non possono fare a meno di reagire automaticamente alle influenze del mondo. L’aiuto offerto dal Lavoro è quindi inteso non come una sostituzione della nostra vita nel mondo, ma come una capacità di consentirci, nel corso del tempo, di vivere la vita con autentica comprensione e piena partecipazione.
Gurdjieff insegnava anche che un individuo da solo non può fare nulla. Gli incontri di gruppo, le riunioni, la partecipazione in un’atmosfera collettiva, sono pensati come mezzi fondamentali per sostenere la preparazione, la trasformazione dello stato di coscienza individuale e il manifestarsi di una nuova qualità di energia.
Il processo di risveglio richiede non solo una comprensione delle forze costituenti e delle leggi che governano le azioni dell’uomo, ma anche una profonda sensibilità e apprezzamento delle esigenze e delle condizioni soggettive individuali. In altre parole è necessario che gli individui siano avvicinati in base ai rispettivi livelli di sviluppo ed esperienza. Gurdjieff potrebbe aver sottolineato una visione a uno studente a un certo livello di comprensione e una visione completamente diversa quando quello studente aveva raggiunto un altro livello. Ciò potrebbe dare l’apparenza di una contraddizione, ma in realtà era coerente nell’applicare solo quegli aspetti dell’intero insegnamento veramente necessari in un dato momento. Lo stesso principio si applica alle idee, alcune delle quali sembravano più accessibili in un periodo mentre altre dovevano ancora essere rivelate nella vita in divenire dell’insegnamento. Per questo è importante che agli incontri compartecipino individui che portano avanti il Lavoro da anni e individui all’inizio della ricerca. Per questo da sempre i corsi che propongo sono tutti aperti a tutti. Non esistono livelli di Enneagramma, esistono individui a diversi livelli.
Se siamo ricercatori spirituali sappiamo che la vita ordinaria non porta alcuna reale soddisfazione e abbiamo molto chiaro che il Lavoro e la costruzione della pista di atterraggio per Dio sono l’unica cosa importante di questa vita. È una radicale decisione a dare attenzione solo a questo e lasciar perdere tutto il resto.
Ti aspetto per Lavorare insieme.
Maura Amelia Bonanno