Cosa significa lavorare con l’Enneagramma? Domanda potente e necessaria. L’Enneagramma che approfondisco da oltre due lustri è quello dei nove aspetti dell’esperienza umana e dei nove tipi e per quanto mi riguarda non esiste lavoro con esso che non sia basato sugli insegnamenti di Gurdjieff e di Ichazo. Ispirandomi quindi alla loro opera, la risposta in un tweet è che lavorare con l’Enneagramma significa utilizzarlo per la conoscenza di sé, per imparare a essere e operare per uno sviluppo della coscienza più elevato possibile.
Sebbene i nove tipi possano essere presentati solo negli aspetti caratteriali, c’è una dimensione sacra senza la cui consapevolezza l’Enneagramma cessa di essere vivo e diventa un cerchio disegnato su un foglio con nove numeri attorno. Anche quando gestisco formazioni o interventi in ambiti organizzativi e aziendali, anche quando non parlo direttamente di sacro e mi limito a utilizzare l’Enneagramma per offrire nuove possibilità alla qualità delle relazioni, mi muovo sul sostegno delle fondamenta delle origini. La leggerezza è una qualità che per essere davvero tale ha bisogno di appoggiarsi sulla profondità, altrimenti è superficialità. La semplicità è una qualità che per essere davvero tale ha bisogno di appoggiarsi sulla complessità, altrimenti è semplicizzazione.
Stiamo vivendo il tempo della fine di una cultura, un’epoca incredibilmente preziosa per rivelare aspetti di sé e della specie umana che non si immaginavano, per chiedersi cosa è davvero importante per noi e per la Terra, come vogliamo vivere questi anni e cosa vogliamo lasciare, per decidere di rispondere alla chiamata al risveglio, per allenare il ricordo di sé. Di questi tempi c’è chi utilizza l’Enneagramma – così come le altre innumerevoli risorse per il risveglio – per perdersi completamente, chi per rimanere in bolla, chi per evitare di affrontare il dolore, chi per funzionare meglio nel mondo, chi per non sentirsi solo, chi per avere più clienti, follower sui social o seguaci, chi per passare il tempo, chi per cercare di cambiare i propri amati, chi per cambiare se stesso, chi per salvarsi l’anima e chi per la Terra, per sostenere l’essenza della vita in questa transizione, per la coscienza stessa. In qualsiasi ambito utilizziamo l’Enneagramma, dal più evidentemente spirituale al più dichiaratamente materiale, è il momento buono per chiederci onestamente perché lo facciamo.
Lavorare con questa mappa anche per quanto riguarda i tipi segue le stesse tre linee della Quarta Via. La prima è quella del lavoro su se stessi, lo studio personale del sistema per cercare di superare le nostre abitudini meccaniche, perché è responsabilità individuale realizzare cosa si vuole ricevere e conoscere da questo lavoro, cosa cambiare di se stessi, chi si vuole essere. La seconda è quella del lavoro con altre persone in un gruppo, perché a un certo punto è impossibile andare avanti da soli e limitarsi a ricevere ed è invece necessario iniziare a dare qualcosa di sé, cooperare, sostenersi, avere inevitabili conflitti, disagi e ostacoli che creano possibilità di lavoro. La terza linea è il lavoro per il bene del lavoro, che come la prima linea è individuale ed è diversa per ognuno.
Gurdjieff lo chiamava Lavoro. Con la L maiuscola perché è l’unico che abbia davvero importanza nella vita. Se non mettiamo in pratica gli insegnamenti, allora stiamo giocando a dare i numeri, è intrattenimento, distrazione, curiosità mentale, perdita di tempo. Impegnarsi a conoscere se stessi è parecchio lontano dall’assumere idee e concetti sui tratti caratteriali dei tipi ed è ben diverso da rintanarsi in un luogo interiore in cui siamo indisturbati. È buone informazioni e tanta, tanta pratica. Lavoro, appunto.
Lavorare con i nove tipi dell’Enneagramma significa innanzi tutto scoprire chi non siamo. Rendersi conto della schiavitù in cui siamo intrappolati, riconoscere come funziona la macchina che ci abita e che si manifesta nei numerosi piccoli “io”. Se non comprendiamo l’estensione della nostra meccanicità il lavoro non ha alcuno scopo.
Lavorare con l’Enneagramma significa imparare a riconoscere a cosa diamo attenzione e la specifica manipolazione dell’attenzione del nostro tipo. Significa comprendere il funzionamento dell’attenzione poiché uno degli scopi del Lavoro è proprio quello di imparare a dirigerla secondo la propria volontà.
Lavorare con l’Enneagramma è onestà con se stessi, con i momenti di massima tensione del nostro tipo, tra le diverse parti della personalità che vogliono cose diverse. È imparare rimanere nel conflitto e anche a prolungarlo per scoprire cosa nasconde.
Lavorare con l’Enneagramma significa non avere aspettative e obiettivi. Il Lavoro non è orientato alla soluzione, bensì a quanto riusciamo a rimanere nella tensione per osservarla. Tuttavia la semplice osservazione non scaccia via la sofferenza. L’esercizio non si fa per produrre risultati, bensì per fare spazio a una terza forza regolatrice e per scoprire l’effetto liberatorio che ciò ha su di noi. Essere sicuri che c’è sviluppo è diverso da sapere cosa accadrà, quindi è necessario essere aperti a cosa la pratica ci offre.
Lavorare con l’Enneagramma è fare luce sulla propria immagine di sé e sulle proprie identificazioni. Comprendere che cambiare abitudine è lotta contro l’identificazione non contro l’abitudine.
Lavorare con l’Enneagramma è sentire il corpo, essere nel corpo. Scoprire come la personalità prende il sopravvento con un certo ritmo automatico e fa di tutto per mantenerlo. Viviamo in tensioni fisiche che impediscono il naturale fluire della vita, in schemi interiori di movimento molto limitati e limitanti. Sentirli e viverli con consapevolezza crea lo spazio e la possibilità di superare le sensazioni puramente fisiche e di contattare quell’energia in cui il corpo fisico è contenuto.
Lavorare con l’Enneagramma è riconoscere nella fibra del corpo i modi in cui la meccanicità del tipo cerca di fare proprie questa forza e questa energia che in realtà non sono nostre e non possono essere possedute, ma solo vissute. Il lavoro è pratica per imparare a lasciarle fluire senza interferenze. Nel lavoro siamo attivi nello sforzo volontario, passivi nel lasciare che l’energia fluisca senza interferenze e disponibili alla forza che trasforma.
Alcuni tra voi mi hanno sentito affermare più volte che il lavoro di consapevolezza corporea e la ricerca somatica che con tanta passione propongo, mi hanno salvato la vita. Lavorare consapevolmente con il corpo evidenzia in modo impietoso quanto siamo degli automi che si muovono in modo prevedibile e al contempo quanta vita, quanta meraviglia, creatività e divinità abbiamo dentro.
La consapevolezza della schiavitù è scioccante e dolorosa, ma è l’unica via che apre la strada a uno spazio interiore non ordinario, a esperienze non soggettive, al riconoscimento della libertà e al desiderio di lavorare per essa. Il mio amato maestro Maulana Shaik Nazin Al-Haqqani invitava a impegnarci per costruire in noi una pista di atterraggio per la grazia, per Dio. Per me il lavoro con l’Enneagramma e con la somatica hanno questo orientamento.
Con il Lavoro l’uomo si conduce allo sviluppo, alla completezza. Dobbiamo arrivare a sentirci davvero insoddisfatti per desiderare veramente cambiamento e trasformazione in noi stessi e per sostenere lo svolgersi naturale di qualcosa che è in noi e al contempo è anche molto più grande di noi. Intuire che qualcosa di più elevato, bello, sacro, libero dall’ordinario esiste, desiderarlo non perché l’abbiamo letto da qualche parte, ma perché ne sentiamo nostalgia. Solo desiderare ardentemente di essere davvero liberi può motivare gli sforzi volontari necessari e il tornare ripetutamente sugli stessi temi, argomenti, esercizi, pratiche ancora e ancora, lasciandosi sorprendere ogni volta.
Lavorare con l’Enneagramma è mangiarlo.
Maura Amelia Bonanno