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Newsletter febbraio 2015

Questo mese mi dilungo un po’ in considerazioni antropologiche circa l’integralismo, alla luce di una delle chiavi più interessanti dell’Approccio Integrale, gli Stadi di Sviluppo delle Spirali Dinamiche. Scomodando anche i Livelli di Sviluppo di Riso-Hudson.

Uno degli aspetti più potenti dell’Approccio Integrale è quello di considerare gli eventi e le esperienze da tutte le prospettive possibili, senza preferirne alcuna, senza favorire quella più abituale e familiare.

L’approccio integralista è in un certo senso a esso opposto, poiché considera una visione unica ed esclusiva. L’integralismo si pone a uno Stadio di Sviluppo sociale che nel linguaggio delle Dinamiche a Spirale è definito Rosso. Si tratta dello Stadio impulsivo egocentrico in cui tutti odiano tutti, in cui non c’è intenzione di comprendersi e piuttosto si difende con le armi la propria univoca opinione. E’ lo Stadio della guerra, che mantiene alla base la visione animista e magica del mondo tipica dello Stadio Viola precedente. A questo Stadio Rosso ci si sente dei super eroi, investiti dei poteri degli dei.

Considerando la storia dell’umanità, il senso del magico è stato alla base delle esperienze religiose per la maggioranza del tempo e lo è ancora per alcuni esseri umani e società. Molti di noi ancora oggi inseguono questo senso di incantamento che si prova dopo un gruppo di meditazione in cui tutto sembra più luminoso a partire da me, quell’esperienza di essere finalmente a proprio agio, arrivati a casa nelle braccia di dio. Quell’esperienza irrazionale in cui ci si perde e che spesso è definita spirituale è molto potente e in qualche modo tutti la ricerchiamo. .

Lo Stadio successivo al Rosso è quello Blu autoritario e tradizionalista, quello delle rivelazioni, in cui l’ordine è stabilito dalle religioni monoteiste o dal Buddismo per esempio. Qui il dio scelto si prende cura di fare giustizia, ed esiste una liberazione dal mondo corrotto che è raggiungibile essendo buoni cristiani, buoni musulmani, buoni ebrei o buoni buddisti. Fine dell’adorazione del vitello d’oro, fine degli idoli. 

Considerando i Livelli di Sviluppo di Riso-Hudson ciascuno di questi Stadi può essere vissuto in modo sano o in modo meno sano. Sappiamo che possiamo tutti leggere lo stesso libro, ricordare frasi diverse e interpretare diversamente la stessa riga. Lo stesso vale per gli eventi e per la religione, ognuno la interpreta dal Livello di sviluppo e consapevolezza in cui risiede.

Anche le società e gli ambienti culturali hanno un Livello, il quale condiziona la percezione individuale e del gruppo: un paese con forte autoritarismo e con un sistema politico patologico influenza il modo decisivo il modo in cui anche la religione è compresa e vissuta. In una società allo Stadio Blu tradizionalista di basso Livello di sviluppo, con strascichi di attitudine rossa alla guerra in cui il mio credo è migliore del tuo, dio rispecchia l’attitudine politica punitiva e integralista. Concordo con Thomas Maine quando afferma che credere in un dio crudele rende l’uomo crudele. E viceversa. Questo è il oggi caso di parte del mondo islamico, almeno per le generazioni fino a quella degli attuali adolescenti, che con sempre maggiore accesso a internet e ai libri stanno evidentemente scoprendo che è possibile un modo diverso di essere religiosi.

Sono stata per la maggior parte della mia vita distaccata dalle religioni. Ho guarda caso scelto proprio lo studio delle religioni all’Università per poter sostenere una relazione oggettuale di rifiuto con qualsiasi forma di seduzione trascendente codificata e sentimentale. Da studiosa di credenze religiose e culture arcaiche ero convinta che fossero tutte inevitabilmente vivibili solo allo Stadio tribale e magico, che una volta dentro l’integralismo fosse inevitabile, qualcosa da cui decisamente tenermi fuori. Finché sono atterrata in Turchia, in ambiente sufi quindi islamico, e ho incontrato colui che si è rivelato essere il mio Maestro. Partecipando alle preghiere e alla sua solida presenza, ho cercato di resistere a quella che temevo essere una trappola religiosa. Una parte di me voleva fuggire, l’altra si era già arresa a qualcosa che non comprendevo. Ho sperimentato una qualità di gioia, gratitudine, libertà e amore che non avevo mai incontrato in altri luoghi di culto. E ho scoperto che la religione è anche un potente veicolo d’amore e via di liberazione. Resa e sottomissione al grande mistero della vita.

Credere e avere fede sono due esperienze antitetiche. Il credo e le dottrine sono a un altro livello di realtà rispetto al senso di fiducia, amore e grazia. Possiamo vivere e interpretare ciò che accade in modo da rafforzare il nostro credo e quindi essere integralisti nel nostro piccolo mondo interiore, o provare a fare uno zoom alla coscienza e allargare lo sguardo per osservare gli eventi da più prospettive, magari considerando anche quelle che solitamente ci sfuggono o tendiamo a evitare. Siamo integralisti quando crediamo che la nostra visione delle cose sia quella giusta o addirittura l’unica possibile. Siamo integralisti quando crediamo che la nostra sofferenza e la gioia dipendano da qualcuno o da qualcosa. Adoriamo il nostro modo di pensare e reagire, adoriamo il denaro, gli oggetti, le persone. Sono tutte forme di integralismo, di prospettiva a senso unico. Il mio dio è migliore del tuo.

Questo accade anche a livello sociale. Per esempio, considerando gli eventi che stanna accadendo su questo pianeta, come componente della società post-moderna occidentale, più sviluppata e avanzata, quindi con maggiore circolo di informazione e potenziale di comprensione e libertà di pensiero, posso chiedermi perché un evento integralista come quello dell’attentato a Charlie Hebdo ha maggiore impatto sull’opinione pubblica di altri eventi altrettanto integralisti e fanatici che negli stessi giorni accadono nel resto del mondo? Perché non attirano altrettanta attenzione le violenze in Repubblica Centrafricana che stanno spingendo le famiglie al limite della sopravvivenza? O la guerra contro i militanti islamici in Libia, quella contro i tuareg e militanti islamici in Mali, in Nigeria e in Somalia? Cosa sappiamo della guerra contro i militanti islamici in Cecenia, in Daghestan, in Iraq, in Israele, nello Yemen, in Afghanistan, nelle Filippine e in Pakistan? Perché la violenza che accade nel mondo occidentale moderno ha un valore diverso da quella che accade nel sud del mondo?

Sono io a rimanere in una visione ristretta e abituale o fare spazio a una visione della realtà più ampia, completa e integrale. In ogni momento sono io a scegliere ciò che separa o scegliere ciò che unisce. E’ mia l’intenzione di scoprire e considerare altre prospettive, includendole e trascendendole per riconoscerne una qualità di unità organica. Questo senza bisogno di snaturarmi, di perdere identità o di soffocare le mie opinioni, perché tutte le dimensioni della realtà stanno accadendo ora contemporaneamente e siamo noi a scegliere quale favorire.

Auguro a tutti e a tutte un febbraio soleggiato e leggero.

Maura Amelia Bonanno

 

Carl Jung afferma che ogni atto di genio è un atto contra naturam: contro natura. In effetti, ogni sforzo per ottenere l’integrazione psicologica e l’unione con il divino richiede l’abilità di lavorare contro il buon senso. Il mistico del XVIII secolo Jacob Boehme consiglia la stessa tecnica. Il grande segreto per diventare illuminati, ha detto, è “entrare in tutte le cose contrarie al mondo.” Il professore Kabalista professore Paul Foster Case concorda: “La base dell’approccio spirituale alla vita, la base della pratica quotidiana di una persona che vive una vita di obbedienza alla legge esoterica, è l’inversione del modo di pensare, parlare e fare usuale.” – Rob Brezsny –