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Newsletter aprile 2019

Qualche giorno fa ho assistito a una rappresentazione teatrale sublime. Si tratta di “Macbettu” presentato dalla Compagnia Teatropersona con la magistrale direzione di Alessandro Serra. Un adattamento del Macbeth in sardo interpretato da soli uomini come nella tradizione elisabettiana. Lo spazio scenico quasi vuoto attraversato da movimenti, danze e canti incredibilmente perfetti da cui è difficile distogliere sguardo e attenzione. Una precisione sensoriale che solo la passione e tantissimo lavoro possono permettersi.

Macbeth è una tragedia scritta da William Shakespeare ambientata in Scozia in epoca medioevale e rappresentata per la prima volta nel 1611, in cui vengono drammatizzati gli effetti fisici e psicologici dell’ambizione politica. I due personaggi principali, Macbeth e sua moglie Lady Macbeth, perseguono con determinazione e mancanza di scrupoli i loro scopi di salire al trono. Tramano, uccidono e tradiscono, finché tormentati dai rimorsi e sensi di colpa pagano con la morte i crimini che hanno commesso.
Rientrata a casa qualche giorno dopo, mi è venuta voglia di ripensare a questi caratteri in chiave enneagrammatica.

Judith Searle, un’autrice americana che molto stimo e con cui ho avuto la fortuna di lavorare parecchi anni fa, ha dedicato molta della sua ricerca con l’Enneagramma allo studio dei personaggi letterari. Nel suo libro “The Literary Enneagram” riconosce in Lady Macbeth il prototipo del tipo Tre con Variante istintiva sociale dominante. Questo personaggio certamente non manca di determinazione e indubbiamente è motivata dall’ambizione sociale.
Lady Macbeth ha una personalità molto forte e riesce a imporre la propria volontà al marito che manipola grazie al sapiente uso delle parole. Con i suoi sensori emotivi riconosce le debolezze delle persone e le usa per condizionarle in modo eroticamente seducente verso la direzione da lei voluta. Usa la tensione e l’ansia di Macbeth per la sua propria ambizione di potere e fama finché il suo nobile marito libera il suo appetito sessuale e da persona nobile e moderata, si trasforma e scatena i suoi veri istinti. 

È vero che osservando inizialmente questi aspetti sembra corrispondere a un Livello basso del tipo Tre che fa da coach al marito per i suoi scopi elevati.
È orgogliosa, tenace e affamata di attenzione. Tuttavia, si rivela poi molto insicura fino a soffrire di sensi di colpa e questo non collima con il Livello basso di tale tipo. Il suo amore nasconde un atteggiamento fondamentalmente egocentrico, non si sente in colpa per la sofferenza che ha causato altri, ma perché è preoccupata del proprio destino. Verso la fine, quando Macbeth diventa re, lei si ammala misteriosamente. La Searle vede in questa evoluzione la frammentazione del tipo Tre nel punto Nove.
Io credo che potrebbe anche essere un carattere istrionico, quello del Tipo Due, che a Livelli molto bassi finisce per ammalarsi, per somatizzare nel corpo, in questo caso fino alla morte. Inoltre l’archetipo del tipo Due con Variante istintiva Sociale dominante è proprio il potere dietro al trono, quello che non cerca di essere necessariamente in prima fila, ma che seduce, trama e manipola per diventare indispensabile ha chi ha il potere. Quando Macbeth è più volte assalito dai dubbi prima di uccidere, lei elimina le sue incertezze e infiamma il suo desiderio di diventare il re. A momenti lo tranquillizza amorevolmente, a momenti lo sprona e lo provoca con inaudita violenza perché uccida i suoi avversari. Anche queste possono essere caratteristiche del tipo Due che non avendo ottenuto ciò che vuole con la seduzione, passa alla strategia dell’aggressività nel livello basso del punto Otto. Arriva a ideare un piano omicida che il marito si sentirà in dovere di portare a termine per non dispiacerla.

Riguardo a Macbeth, la Searle lo riconosce un tipo Nove con Variante Istintiva Sessuale dominante. Certamente è un personaggio debole e facilmente manipolabile che non ha fiducia nella propria visione. Un idealista con tanta immaginazione, senza molta coscienza però, perché prova senso di colpa solo quando sta per compiere i suoi delitti. Io credo che potrebbe anche rappresentare il Livello basso del Tipo Sei, schiavo del rango sociale e del senso del dovere. Ha talmente paura per il suo futuro da ordinare o commettere lui stesso degli omicidi anche quando non è necessario. È un uomo con molti dubbi, paure e insicurezze che cerca sostegno e guida dalla moglie. Un personaggio turbato e oppresso, tormentato dalle proprie azioni e dal non riuscire a fidarsi di nessuno, neppure dei suoi uomini. Inizialmente si presenta al pubblico come un uomo coraggioso, un eroe che combatte per la sua patria. In realtà è un assassino accecato dall’ambizione, un tiranno che vuole soddisfare la sua sete di potere. La sua decadenza morale emerge dopo l’incontro con le streghe che gli profetizzano che sarà il re di Scozia. Le tre streghe rappresentano le forze oscure del male, hanno poteri soprannaturali e inviano messaggi ambigui. Conoscono le debolezze di Macbeth e con le loro rivelazioni lo inducono ad agire in modo criminale per soddisfare la sua sete di potere e allo stesso tempo lo ingannano. Soprattutto con le profezie finali quando gli fanno erroneamente credere di essere ormai al sicuro. Macbeth ascolta le ambigue profezie delle streghe non perché rappresentano la conferma di un destino inesorabile, ma perché giustificano i suoi omicidi. Ricordo che Don Riso affermava che il tipo Sei può essere tutto e il contrario di tutto e Macbeth passa in momenti diversi a diversi ruoli: talvolta è un antieroe, talvolta un tiranno, talvolta una vittima.

William Shakespeare è di certo il maggior creatore di personaggi della storia umana. Sapeva esprimere il dolore, la felicità, la paura, l’odio e tutte le sfumature dell’esperienza umana con parole, suoni, immagini, eventi e associazioni che fanno davvero sentire il dolore, la felicità, la paura e l’odio.

“Macbettu” trasmette in modo sublime l’atmosfera di dubbio e terrore, il clima della lotta di potere, l’intensità degli istinti primordiali che agiscono in ognuno di noi, l’umanità dei personaggi nel loro cadere ai livelli più bassi. L’immagine che propongo è uno dei momenti in cui le tre streghe lo suggestionano e alimentano la sua brama di potere. In quel momento dalla mia poltrona le ho sentite entrare anche dentro di me. Suggerisco di non perdervi questa rappresentazione se avete occasione di andare.

Maura Amelia Bonanno