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Newsletter luglio 2015

Il mese di luglio è per me un po’ particolare ogni anno perché il compleanno mi stimola sensibilità e considerazioni sul tempo, sul suo significato e influenza nella vita. Amante del tempo e dello spazio, ne ho sempre percepito la preziosità e fin da bambina facevo fatica ad accettare frasi come “ammazzare il tempo” o “riempire le giornate”.

Il tempo è carico di significati spirituali, religiosi, storici, culturali e psicologici. La pratica di danza e lo studio dei rituali primitivi mi hanno insegnato che noi esistiamo e percepiamo noi stessi nel tempo e nello spazio e ci definiamo e identifichiamo all’interno di essi secondo ciò che la consapevolezza individuale e sociale ci permettono. Possiamo viverlo come lineare e in corsa impaurita per riempirlo, oppure come ciclico come un continuo prodursi e disfarsi dell’universo, in sequenza eterna e infinita, oppure a spirale, come in una sorta di progredire, oppure possiamo sperimentare la nostra esistenza in un tempo e spazio pre-verbali, non definibili né qualitativamente, né quantitativamente.

Nella mia comprensione, tutte le dimensioni temporali e spaziali sono importanti, da quella lineare vincolata da numerose leggi e regole a quella assoluta e indefinibile. Le molteplici dimensioni della realtà temporale e spaziale sono interconnesse e interdipendenti anche se noi tendiamo a identificarci in una di esse e a dimenticarci di tutte le altre. L’Enneagramma ci insegna come diverse distorsioni cognitive portano a identificarci maggiormente nel tempo chronos – quantitativo, cronologico e sequenziale – o maggiormente nel tempo kairos – qualitativo, personale e percepito. Inoltre, l’istinto, la passione e la fissazione hanno priorità temporali e spaziali differenti ed è quindi impossibile possano andare d’accordo. Evidentemente il punto di equilibrio che coinvolge tutto il nostro essere necessità che consideriamo uno spazio e un tempo che li trascende e li include. Questo può accadere solo se abbiamo davvero intenzione di stare meglio, se ci fermiamo un attimo e ci permettiamo di vedere con onestà come funzioniamo e operiamo.

Spesso, sia nel lavoro, sia nella vita privata, mi capita di parlare con le persone di ciò che è per loro importante e poi di come vivono il loro tempo e ricevere informazioni diverse. Accade anche a me, accade a quasi tutti. Dichiariamo di amare qualcosa e poi ci dedichiamo ad altro costruendo così frustrazione, rifiuto e stanchezza.

Lasciando da parte le ore che obbligatoriamente dobbiamo dedicare al lavoro, come viviamo il tempo e lo spazio che abbiamo a disposizione? A cosa diamo attenzione? Curiamo ciò che davvero è buono per noi? Diamo tempo a ciò che amiamo davvero? Sappiamo ciò che è buono per noi e ciò che amiamo davvero? Dedichiamo tempo a ciò che ci nutre nell’anima? Siamo impegnati in qualcosa che davvero desideriamo e valorizziamo e che ci lascia un senso di pienezza? In qualcosa che nutre il nostro essere profondamente?

Oppure diamo priorità a ciò che placa le nostre paure e ci illudiamo sia buono per noi? A ciò che facciamo perché siamo abituati così? Ciò che crediamo razionalmente ci porterà maggiori vantaggi? Attività che riteniamo giuste e corrette senza verificare se per noi è davvero così? Ciò che ci rassicura e ci impedisce di farci delle domande? Che alimenta l’immagine cha abbiamo di noi stessi, che intensifica l’attaccamento all’idea di come dobbiamo essere? 

E quando desideriamo qualcosa, quando sappiamo che un cambiamento è necessario, quanto tempo spendiamo a spingere perché succeda, quanto a impedirlo e quanto a preparare il terreno e lasciare che accada? Quanto ci complichiamo la vita e aumentiamo lo squilibrio interiore e la confusione impiegando il tempo a rafforzare il nostro istinto prioritario credendo che dedicarci al nostro istinto negletto sia una perdita di tempo? Quanto ascoltiamo il nostro ritmo e quanto seguiamo un ritmo che la distorsione cognitiva e la passione del nostro tipo ci porta ad agire in modo coatto?

Credo che dare tempo e permettere spazio siano una forma d’amore, quanto correre contro il tempo riempire lo spazio siano una forma di paura. Nulla di vero valore accade se non concediamo tempo, nulla di vero valore accade se sprechiamo tempo. Incredibilmente, quando siamo presenti e quindi lasciamo che tempo e spazio siano, tutto funziona meglio e più velocemente. Ma nella nostra corsa al risultato e all’ideale è così difficile ricordarselo.

Mi sento fortunata a poter contare un altro anno, enormemente grata per tutto il tempo che ho per godere di questa vita, e pongo queste domande innanzi tutto a me stessa. Le condivido con voi perché questi mesi estivi, in cui forse possiamo permetterci di rallentare un po’, possano anche essere occasione di tempo e spazio da dedicare a ciò che è davvero, realmente importante, a ciò che non morirà con noi, a ciò che onora e celebra la vita e la semplicità.

Maura Amelia Bonanno

 

Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell’anima. Il passato non esiste in quanto non è più, il futuro non esiste in quanto deve ancora essere, e il presente è solo un istante inesistente di separazione tra passato e futuro.” – Sant’Agostino –