Skip links

Dalla Forma all’Essenza

Pubblicato su Nonsoloanima nell’aprile 2008
Distinguere tra veri e falsi bisogni significa imparare a distinguere tra le dimensioni della coscienza a cui appartengono. Man mano che le esigenze della personalità vengono comprese in quanto tali, ci si allinea sempre più con la nostra vera natura.


La prima volta che incontrai il Maestro, le persone presenti mi dissero: “Se hai domande, se hai bisogno di qualcosa, chiedi a lui”. Quel giorno ho passato in rassegna tutte le questioni irrisolte della mia vita, le cose che desideravo e non riuscivo ad ottenere e ho compilato la lista di ciò di cui avevo bisogno per sentirmi serena.

Quando finalmente mi sono trovata ad un metro da lui e mi ha guardata negli occhi, tutto ciò che sono stata in grado di fare è stare lì, incapace di proferire sillaba o di muovere un dito. In quel momento non c’era più bisogno di niente e la nota che mi ero accuratamente preparata era sparita, inghiottita dai suoi occhi.

Tutte le antiche filosofie e tradizioni spirituali parlano di “illusione” e “realtà”, “falsità” e “verità”, dell’esistenza di varie dimensioni della coscienza per le quali ciascuna ha adottato terminologie diverse, di una Realtà ultima e del profondo senso d’unità in essa percepito. Tutte possiedono pratiche, discipline e sistemi che hanno lo scopo di rivelare la verità e la Realtà.

Perché si parla di veri e falsi bisogni, perché da sempre esiste in alcuni esseri umani lo stimolo a conoscere ciò che è “vero”? Coloro che hanno avuto e hanno accesso agli stati superiori dell’Essere, indipendentemente dalla situazione culturale e dal periodo storico in cui sono vissuti, riferiscono, ognuno col proprio linguaggio, che la causa della sofferenza umana è l’attaccamento al falso e all’illusione e che la via d’uscita è riconoscere la verità che essi celano per accedere alla Realtà ultima.

Il bisogno è un fattore dinamico del comportamento umano e animale, è un senso di mancanza di qualcosa d’indispensabile. Vero significa corrispondente alla realtà, non alterato né prodotto artificialmente. La distinzione tra veri e falsi bisogni non significa che il falso bisogno non esiste, bensì che è l’alterazione di qualcosa d’altro, un’imitazione della realtà.

Siccome le strutture psicologiche sorgono come strategie per gestire la perdita dell’esperienza della natura divina, processo che accade per la maggior parte nella prima infanzia modellato e alimentato dall’ambiente dei primi anni di vita, significa che la personalità ha come nucleo un’assenza, che è un senso del sé costruito attorno ad un vuoto ed è inevitabile che quando si è identificati con essa, si faccia esperienza di un senso di deficienza che è imputato a varie cause caratteriali, ma che in realtà è l’ego stesso.

Considerando la dimensione della realtà soggettiva della personalità, il falso sé, la nafs dei Sufi, il samsara Indù e la dimensione della realtà dell’Essenza, la vera natura, espressione della Realtà ultima, si potrebbe affermare che ciò che distingue un vero da un falso bisogno è la loro appartenenza a dimensioni della coscienza differenti, la distinta motivazione da cui traggono energia e che li muove, la qualità della mancanza e dello scopo il cui raggiungimento porterà soddisfazione.

Ma le categorie vero/falso e il senso di bisogno sono prerogative della personalità e strategie che il sistema nervoso utilizza per mettere ordine in ciò che percepisce come caos, mentre la dimensione essenziale non conosce mancanze né dicotomie. Ciò che può essere importante discriminare è la differenza fra i bisogni espressione del senso di mancanza e di vuoto ontico da colmare e lo stimolo evolutivo della coscienza.

Il “nostro” Platone affermava che la verità delle cose sta nelle realtà intelligibili che chiamava “Idee”, di cui il mondo sensibile cerca di imitare la bontà, ma con scarsi risultati essendo solo un mezzo mediante cui e in cui l’essenza si realizza.

Quindi i falsi bisogni della personalità possono essere considerati messaggi capaci di condurci alla verità che celano, oppure che possiamo cercare di soddisfare con lo stesso strumento che ha deformato e falsificato l’originale scintilla evolutiva, la personalità, la copia, che utilizzerà per il suo scopo ciò che ha a disposizione, senza successo.

Per usare un esempio molto semplice, sappiamo quanto il bisogno di mangiare può essere tanto fisiologico quanto un segnale più profondo dell’insoddisfazione divina, camuffato e trasformato. Significa passare da una verità relativa ad una assoluta che mostra cosa sta veramente accadendo. 

Quindi credere che un bisogno impellente sia verità assoluta e cercare di soddisfarlo porta fuori strada e si risolve in maggiore sofferenza, pesantezza, ansia, preoccupazioni, cinismo, fino ad arrivare a depressione e malattie, sintomo d’allontanamento dalla verità; mentre indagare nell’urgenza di soddisfazione, scoprire cosa essa cela e distorce e imparare ad individuare gli stimoli interiori che si allineano alla nostra vera natura, i desideri profondi che ci indicano la direzione dell’evoluzione della coscienza porta leggerezza, energia, fiducia, migliore qualità della vita e un senso di semplicità e naturalezza in cui le difficoltà sono affrontate con serenità.

E’ un processo graduale e inizialmente in salita, in cui innanzi tutto è necessario portare alla luce le false motivazioni dell’ego, le sovrastrutture, tutto il materiale mentale, emotivo e fisico che crea i falsi bisogni e che ci impedisce di sentire e riconoscere la nostra interiorità. E’ il passaggio dall’esteriorità delle forme alla sostanza dell’essenza, in cui il progressivo infrangere i confini prodotti è accompagnato dal crescente emergere dell’espressione della vera natura, da spinte profonde che possiamo chiamare “veri bisogni”. 

Con il tempo, muta radicalmente il rapporto con la vita e con se stessi, si giunge ad un punto di non ritorno, una nuova visione della realtà che non può essere espressa a parole, perché oltre il linguaggio. Nella dimensione della vita quotidiana il senso di bisogno acquista un colore più tenue ed è riconosciuto nella sua funzione, mentre in modo naturale ascoltiamo e seguiamo gli stimoli interiori che sono allineati alla verità.

Maura Amelia Bonanno