I mesi scorsi ho introdotto come la lettura orizzontale della mappa dell’Enneagramma – specificatamente nell’approccio sviluppato da Riso-Hudson – descrive 9 Paure fondamentali di base e poi l’origine di queste paure secondo la teoria originale di Ichazo.
Questo mese voglio dedicarmi alla direzione e bersaglio di queste paure, agli aspetti della nostra esperienza in cui esse si manifestano e diventano particolarmente evidenti. Si tratta della nostra pulsione a sopravvivere, delle qualità dell’intelligenza istintiva che possono essere risorse ed esprimersi in modo funzionale oppure essere governate dalla paura e disfunzionali.
L’istinto è un impulso, una tendenza innata e naturale che spinge tutti gli esseri viventi ad adottare comportamenti o compiere atti utili o necessari alla conservazione propria o della specie senza l’intervento della volontà o del ragionamento. È una caratteristica insita nel patrimonio genetico, una forza interna all’organismo molto utile che mira alla soddisfazione dei bisogni primari.
L’istinto fa parte della nostra natura e dello sviluppo biologico e ci permette di essere vivi e di sostenere la vita. Il corpo sa come occuparsi del funzionamento fisiologico fondamentale come la respirazione e il pompaggio del cuore, sa quando sono necessari cibo e idratazione, sa quando c’è bisogno di rifugio, calore, riposo ed evacuazione, di connessione con gli altri, di sesso, di energia e di stimolazione. Tutti abbiamo fatto esperienza di sentire visceralmente che qualcosa è vero o falso, attraverso una sorta di cervello nel ventre.
Gli animali che mantengono un rapporto con la natura si basano quasi esclusivamente su questa intelligenza. Invece negli umani anche le azioni finalizzate alla soddisfazione dei bisogni primari sono guidate dalla coscienza e modellate da fattori educativi, sociali e culturali.
Proprio per la loro natura irrazionale le pulsioni istintive possono scatenare forte reattività e portarci fuori strada senza che ce ne rendiamo conto. Quando sono governate dalla paura e agiscono in modo automatico e inconsapevole ci incatenano e sono la prima barriera al cambiamento, alla libertà e al benessere.
Parlare della nostra parte istintiva può toccare zone molto profonde e delicate, suscitare senso di inadeguatezza e vulnerabilità e metterci sulla difensiva perché è la parte in cui ci sentiamo più feriti e frustrati.
Questa parte di noi è sia quella che ci fa godere la vita quando c’è equilibrio tra le diverse pulsioni, sia quella che ci preoccupa e ci causa frustrazione quando c’è squilibrio.
Non rendersi conto di questo ci mantiene a un basso livello di consapevolezza e fomenta conflitti in modo particolare nelle relazioni intime dove abbiamo maggiori aspettative e coinvolgimento.
Meno consapevoli siamo del movimento e delle dinamiche di queste forze interiori, più facilmente sono governate dalla paura e più soffriamo e reagiamo male quando la pulsione cui diamo priorità non è appagata. Crediamo che la nostra sopravvivenza dipenda dal soddisfarla, convinti di poter affrontare i problemi alimentandola sempre di più. Nelle relazioni ci aspettiamo che l’altro condivida la nostra ossessione e la fusione negativa nelle coppie spesso accade irritandosi a vicenda circa pulsioni dominanti differenti o il rafforzamento della comune pulsione dominante.
L’intelligenza istintiva agisce in tre aree della sopravvivenza: Conservazione di sé, Sessuale e Sociale. Specificatamente Ichazo identifica che per ognuno di noi, indipendentemente dal tipo, una di queste tre aree è dominante e causa di maggiore preoccupazione rispetto alle altre due.
Nella lettura dell’Enneagramma, ad agire sulla pulsioni istintive e renderle nevrotica e ossessiva è la reattività emotiva specifica conseguente alle nove distorsioni cognitive che abbiamo visto il mese scorso. In altre parole, gli ambienti emotivi peculiari dei nove tipi – che nell’Enneagramma sono chiamate passioni – interferiscono e distorcono l’intelligenza istintiva. Gli istinti ci motivano e il tipo costruisce modi e strategie per soddisfare questa motivazione. L’istinto dominante è l’area della vita in cui la Passione agisce.
L’Istinto di Conservazione di se è la forza vitale fondamentale, la spinta a sopravvivere e preservare la vita. Quando è sano e funzionale ci fa riconoscere i nostri veri bisogni, ci fa mantenere il corpo sano e pulito per mantenere equilibrio e chiarezza e ci fa sentire nostro agio e rilassati in qualsiasi condizione.
La paura che prende il sopravvento in questo istinto può seriamente minacciare la sopravvivenza che si crede di preservare. Porta a essere ossessionati dalle questioni di salute al punto da diventare manchevoli nella cura di sé. Per esempio eccedendo nel consumo di cibi di conforto, alcol e medicinali, oppure con il rigoroso controllo della propria dieta, facendo troppo esercizio fisico, dormendo male, essendo ossessionati dai soldi, agendo in modi deliberatamente autodistruttivi. Porta a controllare le risorse in modo dominante, a essere esageratamente attenti e meticolosi nella pianificazione della propria vita, ad avere difficoltà a comprendere i bisogni degli altri e a cambiare stile di vita.
In questo periodo storico possiamo riconoscere la paura in questo istinto per esempio nelle cautele di protezione irrazionali ed esagerate, nell’eccesso di disinfezione e di distanza, nella corsa al vaccino, nell’impegno in pratiche e comportamenti che diventano malsani invece che di sostengo alla salute.
L’Istinto Sessuale è l’energia e lo sviluppo di ciò che ci rende più adatti alla sopravvivenza. Quando è sano e funzionale ci fa sentire vivi, aperti al nuovo, pronti a rischiare, capaci di trasformarci e cambiare, ci indica se qualcosa o qualcuno è o non è l’esperienza giusta da fare per evolvere.
La paura che prende il sopravvento in questo istinto può seriamente minacciare l’evoluzione che si crede di sostenere. Porta a seguire la pulsione alla stimolazione e ad abbandonare anche ciò di cui si ha realmente bisogno perché non offre la carica vitale desiderata. Fa prediligere attività pericolose e rischiare incidenti. La vita può diventare puro eccitamento, dissipazione, depravazione e ossessione. Può portare alle attrazioni fatali, al perdersi in qualcosa o in qualcuno e anche alla ricerca di immolazione come massima stimolazione, perdendo il piacere di ciò che si sta facendo.
In questo periodo storico possiamo riconoscere la paura in questo istinto nella sfida aggressiva a chi si fida ciecamente dell’informazione pubblica e a chi segue meccanicamente le regole, nella rabbiosa irrequietezza per le limitazioni, nell’impegno a forzare un cambiamento nell’altro con modalità che sono rifiutate invece che ascoltate.
L’Istinto Sociale è la spinta a formare legami e affiliazioni, a raggrupparsi per bisogno di sostegno reciproco. Quando è sano conduce all’altruismo e al sacrificio sincero, porta a voler essere coinvolti in un sistema più grande e contribuire personalmente a qualcosa di significativo nel mondo.
La paura che prende il sopravvento in questo istinto può seriamente minacciare il sostegno che si crede di costruire. Porta a essere molto preoccupati di quanto si piace o non piace agli altri, attenti ai bisogni immaginati dell’altro tanto da trascurare i propri, presi dalla relazione con il resto del mondo fino a trascurare gli amati. Qui la paura costruisce idee e preconcetti sugli altri, manipola per dominare in modi strategici, crea relazioni di co-dipendenza. Fa intrattenere in conversazioni assurde per evitare il silenzio e sentirsi bene con se stessi. Porta a difendere rigidamente la propria posizione e il proprio ruolo nella sfera sociale.
In questo periodo storico possiamo riconoscere la paura in questo istinto nella manipolazione della comunicazione dei media, nelle scelte personali giustificate dal senso civico e sociale, nella formazione di fazioni pro e contro regole e comportamenti, nell’impegno a creare sottogruppi di menti simili in cui sentirsi giusti.
Essere e rimanere a Livelli di Sviluppo sani significa avere i tre istinti di sopravvivenza più equilibrati, meno inconsapevolmente ossessionati e meno reattivi e difensivi quando sono stuzzicati. Più presenti siamo, più gli istinti operano in cooperazione e in modo adeguato alle necessità del momento. Interrompere volontariamente l’ossessione che abbiamo circa gli istinti di sopravvivenza è impossibile, in particolare agire direttamente sull’istinto dominante, poiché per natura non è negoziabile ed è sempre affamato.
Pur essendo fondamentale riconoscerla, non possiamo agire direttamente nell’area della vita che maggiormente è il bersaglio delle nostre paure, e neppure cambiare emotivamente o mentalmente ha effetto.
Ciò che possiamo fare è dare attenzione e agire nelle aree che tendiamo a considerare poco importanti, a negligere e a giudicare anche negativamente. Nutrire il punto cieco è l’unica via e condotta che possa calmare la carica della pulsione dominante in modo che, come conseguenza, l’intelligenza istintiva possa esprimersi in modo più equilibrato. Tutte le volte che ci ricordiamo di portare consapevolezza a ciò che abitualmente dimentichiamo, allora tutto il sistema risponde, ci sentiamo meglio riguardo noi stessi, l’autostima e la fiducia nelle nostre capacità aumentano, e possiamo essere meno schiavi della paura e fare scelte più sane.
Nutrire l’aera negletta non è facile perché significa impegnarsi in attività che non ci piacciono, che riteniamo inutili, che crediamo portino via tempo ed energia alle aree della vita in cui ci identifichiamo. Richiede intenzione, motivazione, attenzione e disciplina. Non basta pensarci, bensì è necessario agire qualcosa di semplice che ci nutre davvero e che porta benefici al nostro equilibrio. È avere voglia di prenderci cura di noi stessi e far emergere una parte di noi meno abituale, attuare una ristrutturazione della mente attraverso l’azione. Il primo passo è difficile, non ci piace e possiamo scoprire di avere delle resistenze a farlo perché implica il coraggio di accogliere ciò che spaventa, ma una volta iniziato ci rendiamo conto che non è terribile come avevamo immaginato.
Stiamo vivendo una situazione storica globale perfetta per riconoscere le nostre reali paure ed esserne meno schiavi e per illuminare gli aspetti della nostra vita che hanno necessità di cura e nutrimento.
Maura Amelia Bonanno