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Newsletter aprile 2021

Il mese scorso ho introdotto come la lettura orizzontale della mappa dell’Enneagramma, specificatamente nell’approccio sviluppato da Riso-Hudson, descrive 9 Paure fondamentali di base. Si tratta di luoghi interiori in cui temiamo di cadere senza ritorno, impossibili da eludere, che esistono come parte del nostro essere umani e che è importante conoscere e integrare per limitarne l’influenza inconsapevole nella nostra vita. Da cosa nascono queste paure?

Secondo la teoria originale dell’Enneagramma delle personalità di Ichazo le Paure fondamentali sono la conseguenza – assieme alle fissazioni – della perdita di esperienza diretta delle Qualità Essenziali e dell’illusione di separazione dall’Essere che ne deriva. In altre parole, una caduta dall’esperienza dell’Essenza nell’ipnosi della personalità che reiteriamo ogni volta che perdiamo consapevolezza e presenza. Riso e Hudson chiamano la perdita di coscienza dell’Essenza “Catastrofe Originaria”, una caduta dalla grazia, una cacciata dal paradiso sperimentata come qualcosa di fondamentalmente sbagliato e negativo, la sensazione di un evento terribile che è successo senza sapere esattamente di cosa si tratti.

L’insegnamento originale di Ichazo sostiene che ognuno di noi ha sensibilità per una particolare Idea Sacra attraverso cui filtra gli impatti della prima infanzia. Le Idee Sacre descrivono le sfaccettature dell’esperienza della prospettiva oggettiva della realtà, senza occultamenti. La perdita della visione illuminata dell’Idea Sacra diventa la specifica Fissazione dell’ego, ovvero la visione distorta e fissata della realtà. Le fissazioni descrivono quindi il funzionamento mentale ordinario, le distorsioni cognitive, la visione soggettiva della realtà oscurata.

In “Interview with Oscar Ichazo”, Ichazo afferma: “Quando ci allontaniamo dalla nostra originale perfezione, la nostra completezza, la nostra unità con il mondo e con Dio, creiamo l’illusione di avere bisogno di qualcosa dall‘esterno per il nostro completamento. Questa dipendenza da ciò che è esterno costituisce l’ego dell’uomo. […]” Ogni persona sviluppa uno stile di compensazione per la perdita, il vuoto esistenziale che è al centro dell’ego, e ci sono nove stili base o punti di Fissazione dell’ego”. Ichazo chiama i nove stili di base ego-tipi, riferendosi appunto alla Fissazione cognitiva: ego-risentimento, ego-adulazione, ego-vanità, ego-malinconia, ego-tirchieria, ego-codardia, ego-pianificazione, ego-vendetta, ego-indolenza.

Dopo di lui Naranjo segue lo stesso orientamento e in “Carattere e nevrosi” scrive: “Sostengo anche che in ogni carattere entra in gioco una particolare illusione metafisica, un assunto erroneo riguardo all’Essere o, più precisamente, riguardo alla possibilità o alla promessa di Essere. […] Tratto poi l’argomento delle illusioni in relazione al problema dell’oscuramento ontico, in che modo viene fatta esperienza della carenza di Essere in ciascuno degli inferni psicologici, in che modo l’individuo è responsabile del mantenimento di tale carenza, e in che modo la perdita di essere è alimentata ogni volta da un’errata sete di essere, che cerca il suo soggetto non nell’essere, ma nelle apparenze, vale a dire non dove va cercato, ma dove a causa di una sostituzione ingannevole, di un miraggio, un’illusione, una trappola, un circolo vizioso, si crede che sia.

Naranjo non discute come gli ennea-tipi riflettono la perdita di contatto con l’Essere dalla prospettiva delle Idee Sacre, è Almaas a farlo. Almaas descrive come la sconnessione dalle Idee Sacre porta allo sviluppo delle Fissazioni poiché gli impatti della prima infanzia sono filtrati attraverso questa sensibilità. Le inevitabili prime esperienze di mancata soddisfazione dei bisogni fondamentali da parte dell’ambiente di contenimento e sostegno portano alla perdita graduale di percezione della dimensione profonda e spirituale di una particolare sfaccettatura della realtà. In “Sfaccettature dell’Unità” scrive: “L’inadeguatezza dell’ambiente di contenimento e sostegno dell’infanzia porta non solo alla perdita del contatto con l’Essere come riflesso nella perdita di una particolare Idea Sacra, ma anche alla perdita della fiducia fondamentale, che è un senso innato, indubbio e pre-verbale di sicurezza nella realtà. Questa perdita porta a reazioni specifiche di sfiducia, determinate non solo dall’inadeguatezza dell’ambiente di contenimento e sostegno, ma anche dalla specifica illusione conseguente alla perdita della particolare Idea Sacra. L’illusione specifica, la reazione specifica di sfiducia e il modo particolare in cui il sé sperimenta l’inadeguatezza dell’ambiente di contenimento e sostegno (la difficoltà specifica, che è ancora una volta determinata qualitativamente dall’illusione specifica) sono i componenti del nucleo specifico di ogni Fissazione. Questi tre elementi si sviluppano simultaneamente come conseguenza alla perdita dell’Essere, che risulta, almeno in parte, dall’inadeguatezza dell’ambiente di contenimento e sostegno dell’infanzia.” [traduzione mia]

Questa è la base cognitiva della nostra struttura della personalità da cui sorgono gli schemi emotivi e percettivi. In altre parole la nostra visione della realtà plasma il mondo emotivo e conseguentemente come agiamo. Questo approccio va molto più in profondità rispetto alla comprensione convenzionale della dinamica psicologica che mette in relazione gli schemi della psiche solo con l’esperienza formativa dei primi anni di vita.

Tutte le illusioni delle Fissazioni sono principi validi per tutti i tipi di ego poiché tutte le personalità hanno come nucleo un abbaglio, un’assenza, un senso del sé costruito attorno a un vuoto. L’illusione della separazione si manifesta con nove sfaccettature differenti e quando siamo identificati con essa sperimentiamo un senso di deficienza che poi nella vita quotidiana imputiamo a varie cause caratteriali o esterne.

Quali sono le nove fissazioni? Mi rifaccio al mio libro, in cui ho indicato ed elaborato le mie considerazioni circa i nomi per esse scelti negli anni da vari autori. Qui riporto i nomi che io considero adeguati.

La fissazione del punto Uno, il giudizio, è la convinzione che alcune cose sono intrinsecamente meglio o peggio di altre, che esistono buono e cattivo, giusto e sbagliato in modo assoluto.

La fissazione del punto Due, l’adulazione, è l’illusione di avere scelta e di potere di fare accadere la vita, gli eventi e l’amore come si vuole e quindi interferire, manipolare, mettere condizioni per ottenere qualcosa.

La fissazione del punto Tre, la vanità, è credere di credere di poter creare e sostenere il proprio mondo, di essere esecutori separati e indipendenti, dei piccoli dio che agiscono secondo proprie leggi indipendenti dal resto dell’universo.

La fissazione del punto Quattro, la malinconia, è la convinzione di essere allontanati, cacciati, alienati dalla fonte di sostegno, che l’io oltre che separato sia anche differente, unico e speciale.

La fissazione del punto Cinque, il distacco, è la convinzione di essere soli, staccati da tutto, da tutti e da se stessi, schermati come una fortezza, circondati da muri impenetrabili; è un freddo ritiro nella mente.

La fissazione del punto Sei, la miscredenza, è una sprezzante incredulità nella bontà e sincerità umana; un ambiente mentale sospettoso, scettico e critico verso i valori ideali, umani e spirituali.

La fissazione del punto Sette, la pianificazione, è energia mentale anticipatoria che spinge a fantasticare come saremo noi, la vita e le esperienze; è coazione ad avere pensieri che fanno sentire liberi, soddisfatti e appagati.

La fissazione del punto Otto, la vendetta, è la convinzione di dover a tutti i costi riconquistare qualcosa che ci è stato sottratto, l’illusione di non essere stati forti abbastanza da evitarlo, la necessità di biasimare.

La fissazione del punto Nove, l’oblio di sé, è essere ciechi a se stessi, convinzione di essere inferiori, inutili, non amabili; è rinuncia, resa, dimenticanza, negligenza, rassegnazione, apatia, indifferenza.

Riassumendo, è la visione distorta della realtà che origina le Paure fondamentali. Siccome dove mettiamo la nostra attenzione determina la nostra esperienza, dove direzioniamo la nostra mente determina ciò che pensiamo, proviamo e sentiamo. Una chiave che io personalmente nella mia vita e nel mio lavoro ritengo fondamentale ricordare: la mente è nel corpo e da lì si riparte. Nel corpo sono registrati gli schemi di movimento, percezione, emozione e pensiero limitanti e al contempo il ricordo delle possibilità di liberazione.
Quanta libertà di scelta circa il dove mettere la nostra attenzione, quanto abbracciamo, accogliamo e siamo più grandi delle paure illusorie dipende dalla nostra intenzione e dal livello di consapevolezza. Di questo aspetto e di quello istintivo ne scriverò i mesi prossimi mesi.

Come ripetuto spesso, è un viaggio di esplorazione che richiede intento, motivazione e sostegno, a qualsiasi livello siamo. Scegliete con cura la strada e con chi volete viaggiare.

Maura Amelia Bonanno