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Newsletter giugno 2020

Libertà. Da sempre una delle condizioni più ricercate dagli esseri viventi. Per gli esseri umani un’esperienza interiore carica anche di significati che vanno oltre la naturale pulsione alla sopravvivenza fisica e al benessere emotivo individuali, ma coinvolge aspetti della sfera mentale, relazionale e sociale. Ne abbiamo avuto prova spesso in diverse epoche storiche, tra cui quella attuale.
È uno dei temi tra i più antichi della filosofia. Il dibattito circa la sua esistenza e in cosa consista è aperto e indefinito, sempre considerato in un contesto e interpretando a diversi livelli.

Ognuno di noi ha un ideale di libertà che dipende dal tipo e dalla sensibilità che le qualità essenziali ci offrono. Ha anche una propria sensazione, emozione e immagine personali di libertà quotidiana che dipendono sia dagli schemi del tipo sia dal Livello di Sviluppo. Si tratta della libertà individuale di scelta e di arbitrio del lessico comune, la facoltà di vivere, di muoversi, di agire in modo autonomo, secondo la propria volontà, senza essere sottoposto a limitazioni e costrizioni. Nella sfera sociale e politica diventa la libertà e la facoltà di esercitare determinati diritti entro i limiti stabiliti dalla libertà altrui e dalla legge. Quest’ultima libertà è inevitabilmente in conflitto con il senso di libertà individuale, dal voler essere svincolati da specifici obblighi, legami o restrizioni.
Oltre al fatto che quindi l’attuazione della democrazia si basa su principi di libertà che non sono esercitabili senza inibire la libertà individuale, in questo periodo si è reso particolarmente evidente come la quasi totalità dei diritti di libertà individuale elencati nella Costituzione sono stati violati per tutelare gli interessi della collettività definiti dai rappresentanti della maggioranza degli individui. Si è reso anche particolarmente evidente quante possibili interpretazioni e strumentalizzazioni possa avere il principio di libertà.

Questo abuso e inibizione alle pulsioni di sopravvivenza oltre ad avere scombussolato il nostro sistema nervoso continuano a fornirci una grande occasione per chiarire – ognuno con se stesso e anche come comunità di esseri umani – il significato di libertà.
Forse per molti il proprio senso di libertà dipende dagli eventi o dalle scelte degli altri e tale rimarrà. Forse per altri le limitazioni imposte più o meno giustificate o ragionevoli sono l’occasione per scoprire che il proprio senso di libertà non dipende da nulla che non appartenga loro.

Io me lo sono chiesta in che modo le limitazioni imposte mi stanno aiutando a scoprire quali sono i vincoli che mi impongo da sola e come li agisco. Mi sono chiesta come l’esperienza che sto vivendo illumina la prigione in cui io stessa mi chiudo. Mi sono chiesta quale sapore ha la libertà che non dipende da nulla e da nessuno, quella che va oltre qualsiasi cosa accada. Se posso scoprire qualcosa circa la libertà evitando di oppormi a ciò che sta succedendo, evitando di reagire, di far finta che la limitazione non esiste, di dimenticare che tutti gli altri esseri umani sul pianeta stanno vivendo la stessa condizione, di giustificare e subire l’imposizione di obblighi e confini poco ragionevoli in nome di un benessere colletivo poco evidente.

Quasi tutti gli esseri umani hanno la convinzione che le situazioni e le altre persone siano contro o di ostacolo alla propria libertà, arrivando a credere che a limitarci sia persino Dio o l’universo, e che libertà significa poter fare qualsiasi cosa si vuole quando la si vuole. Da questa convinzione derivano l’ostinazione e la lotta per ottenere ciò che si vuole e per proteggere la propria libertà. Questo accade a ogni tipo dell’Enneagramma e anche a chi crede di essere libero da questa convinzione. Ma la lotta per liberarsi è l’opposto della libertà e il paradosso è che la libertà è il riconoscimento che non abbiamo scelta.

Se pensiamo che libertà significa essere in una determinata condizione, quando non siamo in tale condizione crediamo che ci sia qualcosa che non sta andando bene, che dovrebbe accadere qualcos’altro. Viviamo manipolando l’esperienza interiore ed esteriore per ottenere ciò che vogliamo e perdiamo la libertà.

Nell’Enneagramma la libertà è l’Idea Divina del punto Due. È la percezione che qualsiasi cosa accade è l’operare della coscienza. È una visione che deriva dall’accettazione di ciò che succede, dall’accoglienza del volere dell’universo o di Dio.
Come sappiamo la prospettiva delle Idee Divine nell’Enneagramma è la visione libera da qualsiasi posizione fissa e ogni Idea Divina è tale visione da un diverso punto di osservazione. Secondo il principio che ogni fissazione è il risultato della perdita di una particolare percezione incondizionata dell’Essere, la libertà dalle posizioni fisse è possibile solo attraverso la realizzazione dell’Idea Divina corrispondente.
Ichazo nel 1972 così definiva l’Idea Divina di Libertà: “La consapevolezza che la realtà, che si muove con una direzione e in base a leggi naturali fisse, fluisce con una certa forza. Il modo più facile per gestire questa forza è muoversi con essa. Questa è vera libertà.”

A.H.Almaas spiega molto bene come la Libertà Divina riguarda la relazione dell’essere umano con la realtà. Commenta che Libertà Divina significa la fine della lotta con la nostra esperienza interiore. Significa comprendere che non opporre resistenza è opposto a subire. È una libertà non determinata dallo stato in cui si è, bensì dall’arrendersi totale alla condizione attuale. È la libertà di accettare completamente qualsiasi cosa l’universo manifesti attraverso di noi.
Non è la realizzazione di una qualche dimensione, bensì è essere liberi da tutte le dimensioni, arrendersi alla Volontà Divina, l’altra Idea Divina del punto Due. Almaas precisa che Libertà Divina significa quindi che la nostra azione non è separata da nulla e tantomeno lo è la nostra volontà.

Applicare l’Enneagramma come parte di un lavoro psicologico e spirituale conduce a una libertà dagli schemi della personalità che è assolutamente inimmaginabile dalla prospettiva meccanica in cui abitualmente viviamo. Anche solo assaggiare la libertà dagli schemi automatici non è facile. Sappiamo che vedere i propri schemi psicologici non è sufficiente per esserne liberi.
Quindi una pratica che ha significato è orientata verso la libertà dal volere certi stati e certe situazioni. È una pratica di non interferenza a ciò che si presenta interiormente ed esternamente.

L’augurio è che questa esperienza ci trovi aperti e disponibili a guardare dritto negli occhi il nostro senso di inferiorità, di umiliazione, di insicurezza, di isolamento, di sconnessione, di disorientamento. Che possa illuminare e abbracciare la paura e la’attaccamento alle nostre catene e l’illusione della separazione, della volontà individuale, di poter direzionare la nostra vita o di poter operare individualmente.

C’è tanto bisogno di scoprire che la vera libertà annulla desiderio di sapere come potrebbero andare le cose per poterle cambiare o controllare, che porta con sé il senso di esistere e del proprio valore, la gratitudine per tutto ciò che accade mentre accade, la chiarezza di intenzioni e la forza di agirle. È libertà di parlare quando necessario, di essere se stessi, di vivere ed esprimere l’amore.
Solo con queste qualità è libertà.

Maura Amelia Bonanno